Attacchi ransomware agli studi legali

come prevenirli e con quale soluzione
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Attacchi ransomware agli studi legali: come prevenirli e con quale soluzione

Uno sguardo alle soluzioni WatchGuard di sicurezza informatica

Gli studi legali sono tra le realtà più vulnerabili agli attacchi ransomware perché trattano dati sensibili e perché l’attività si fonda sulla buona reputazione dello studio. Vediamo allora come agisce un hacker e quali soluzioni possono contrastarlo, passo dopo passo.

Tentativo di accesso iniziale e la protezione dell’endpoint

Il malintenzionato cerca di accedere con il furto di password, con un attacco brute force, sfruttando una vulnerabilità del software o fingendosi un utente. Una volta entrato nel sistema, tenta di scoprire le identità più importanti per ottenerne le credenziali di accesso ed eludere le misure di protezione convenzionali.

A questo livello la soluzione WatchGuard blocca le e-mail dannose e impedisce a URL sconosciuti e pericolosi di accedere, sbarrando questa via di accesso. Se l’hacker accede al sito, lo strumento di protezione lo blocca utilizzando una tecnologia anti-exploit, che impedisce l’accesso tramite vulnerabilità sfruttabili, note o sconosciute che siano.

Consolidamento e preparazione da parte dell’hacker e l’accesso negato da WatchGuard

Solitamente, dopo aver avuto accesso alla rete, gli hacker entrano con un malware contenente un pacchetto di strumenti necessari per portare a termine l’attacco oppure li scaricano dopo l’intrusione.

Se l’hacker riesce a infiltrare ransomware nel dispositivo, lo strumento di WatchGuard impedisce di scaricare il malware, eseguendo un controllo a fronte di firme generiche locali e analizzando il file con tecnologie euristiche, oppure interrogando le banche dati di intelligence collettiva in cloud.

Movimento laterale ed escalation dei privilegi vs Zero Trust

Il criminale, proseguendo l’attacco, si muove all’interno dell’infrastruttura per scoprire come estrarre dati critici, bypassando i livelli di sicurezza e acquisendo ulteriori privilegi.

Se il ransomware viene scaricato e si effettuano tentativi di eseguirlo all’endpoint, il servizio Zero Trust per le applicazioni identifica il file binario come sconosciuto e ne impedisce l’esecuzione.

L’hacker attua il cosiddetto “impatto sulla vittima” ma WatchGuard controbatte

Una volta disabilitata la protezione principale del sistema, il criminale informatico tenta di esfiltrare dati sensibili dall’endpoint, distrugge i backup dell’organizzazione e infine crittografa il sistema e i dati.

Per evitare che ciò accada, le tecnologie WatchGuard di rilevamento basate sul contesto bloccano i tentativi di abusare degli strumenti del sistema.

Per concludere, ti diamo un dato significativo: Secondo uno studio condotto da Capterra, il 69% degli studi legali colpiti da attacchi ransomware negli USA ha pagato il riscatto e soltanto il 65% delle vittime ha riavuto accesso ai propri dati. Quindi pagare non offre la garanzia di poter recuperare le informazioni rubate.

Noi di Elmat suggeriamo di agire in maniera preventiva, cercando di proteggere il cliente prima che l’attacco avvenga e sfruttando tutte le funzionalità di WatchGuard. Se vuoi saperne di più, contattaci qui.

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