WLAN: capire limiti e capacità
Su Airheads Community, la risorsa di informazione online di Aruba Networks, è stata di recente pubblicata la quarta e ultima parte di un approfondimento dedicato alla capacità del WLAN.
Qui il primo, secondo e terzo post. Con l’evoluzione del BYOD e del telelavoro gli accessi alle reti aziendali stanno sempre più cambiando fisionomia.
Qui ci interessa soffermarci su quest’ultimo approfondimento di Aruba Networks per capire meglio come ottimizzare le risorse delle connessioni WLAN, in particolare per migliorare l’efficienza delle reti aziendali.
Sulla necessità di connessioni WLAN performanti siamo tutti d’accordo, ma per ottenerle spesso è necessario spingere la rete al limite. Però quali sono questi limiti? E come sappiamo se ci siamo arrivati? E, più importante ancora, come si fa a progettare e realizzare reti Wi-Fi che riescano a raggiungere questi limiti?
Come misurare la capacità del WLAN aziendale?
La capacità può essere definita come la quantità di tempo disponibile per le stazioni di trasmettere e ricevere dati. O, per dirla in altro modo, la capacità disponibile la si ricava misurando la capacità utilizzata e invertendola. La domanda allora diventa, come faccio a misurare l’utilizzo della rete?
Al fine di progettare, misurare e valutare le prestazioni di una rete WLAN, abbiamo bisogno di capire le metriche chiave che ne definiscono la salute. Nelle reti cablate e wireless, allo stesso modo, le metriche chiave sono la larghezza di banda (più precisamente ‘flusso’) e la latenza.
Quello che differenzia principalmente le reti cablate dalle reti wireless è che nelle prime sia il throughput che la latenza corrispondono direttamente all’utilizzo del collegamento; una connessione cablata funziona a pieno-duplex con un’unica velocità fissa, che consente prevedibilità e una correlazione diretta tra throughput e latenza di utilizzo del collegamento. Quindi su reti cablate usiamo il throughput e la latenza come metriche per valutare direttamente la salute della rete.
Nelle reti wireless invece, la connessione è half-duplex e opera con una velocità di trasferimento dati variabili a seconda della combinazione di funzionalità AP, funzionalità client, e fattori ambientali come l’RSSI, SNR e multipath.
Pertanto, non vi è alcuna correlazione diretta tra throughput e utilizzo del collegamento. Per esempio, prendiamo tre diversi clienti che hanno bisogno della stessa velocità di 10 Mbps: un portatile di fascia alta può determinare il 4% di utilizzo airtime, un tablet il 10% di utilizzo del tempo di trasmissione, e uno smartphone il 25%. Chiaramente in questo caso il throughput non è una buona misura del WLAN o della sua salute. Il mix di clienti e applicazioni su una rete determina l’utilizzo del tempo di trasmissione sulla rete e le conseguenti prestazioni di throughput e latenza della connessione WLAN. I professionisti del WLAN devono concentrarsi sull’utilizzo del tempo di trasmissione per poter realmente valutare l’utilizzo della rete, la capacità disponibile e la salute della rete stessa.
Nel prossimo post parleremo dell’utilizzo dell’Airtime come metrica fondamentale per valutare la salute di una rete WLAN.