Sicurezza informatica e smart working: cosa succede fuori dalla rete?

Il lavoro del futuro sarà sempre più “mobile”. Già oggi molte aziende consentono ai propri dipendenti di lavorare da casa ma lo smart working è una tendenza che si concretizzerà sempre di più. Ci piace guardare oltre il presente e per questo vogliamo lasciarti questo spunto di riflessione: come si garantisce la sicurezza informatica quando il lavoro avviene fuori dalle aziende?

Innanzitutto vediamo un po’ di dati che riprendiamo da un approfondimento di WatchGuard.

• Nel 90% delle aziende i dipendenti lavorano per metà settimana fuori dall’ufficio.
• Il 64% delle medie imprese ha subìto un attacco quando il dipendente si trovava fuori sede.
• Il 30% dei messaggi di phishing viene creato appositamente per alcune categorie di utenti che proprio da questi ultimi viene aperto.

Immagina dunque il dipendente che lavora da casa, ma non solo: anche il commerciale fuori sede che si siede al tavolo di un bar Wi-FI free per controllare le ultime email oppure il collaboratore che si connette alla VPN da un co-working. Nessuna di queste situazioni è sicura; ecco cosa può succedere:

• Il malware o l’antivirus installato sugli endpoint non basta. Il virus si insedia nei dispositivi per poi diffondersi nella rete aziendale appena i device si ricollegano.
• Il dipendente perde il dispositivo mentre è fuori sede;
• Il collaboratore non usa la VPN, perché ha fretta o perché la trova troppo complessa.

In tutti questi casi si possono mettere in atto attività per garantire maggiormente la sicurezza fuori dai “confini” aziendali. L’autenticazione a due fattori è sicuramente ideale nel caso di furto del device o dell’account. Protezioni specifiche e filtri DNS sono un altro buon strumento per aumentare la sicurezza. Se vuoi sapere quali soluzioni propone WatchGuard per tutti i casi visti sopra, scrivi ai nostri tecnici usando questo form.