Soluzioni di Rete Archivi https://www.elmat.com/blog/category/soluzioni-di-rete/ Wed, 10 Apr 2024 14:04:23 +0000 it-IT hourly 1 https://blog.elmat.com/wp-content/uploads/2019/07/cropped-favicon-32x32.jpg Soluzioni di Rete Archivi https://www.elmat.com/blog/category/soluzioni-di-rete/ 32 32 Soluzioni di virtualizzazione: i vantaggi di Sangfor Technologies https://www.elmat.com/blog/soluzioni-di-virtualizzazione-i-vantaggi-di-sangfor-technologies/ Wed, 10 Apr 2024 14:04:23 +0000 https://www.elmat.com/blog/?p=3578 Se offri ai tuoi clienti soluzioni di virtualizzazione e di cloud computing, avrai sentito parlare dell’’acquisizione del principale fornitore di queste soluzioni, VMware, da parte di Broadcom. Come accade spesso per le acquisizioni, il futuro del brand acquisito si fa più incerto. Ciò che invece è sicuro è che Sangfor Technologies offre una soluzione di...

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Se offri ai tuoi clienti soluzioni di virtualizzazione e di cloud computing, avrai sentito parlare dell’’acquisizione del principale fornitore di queste soluzioni, VMware, da parte di Broadcom. Come accade spesso per le acquisizioni, il futuro del brand acquisito si fa più incerto. Ciò che invece è sicuro è che Sangfor Technologies offre una soluzione di virtualizzazione ricca di benefici.

Il vantaggio strategico di Sangfor in questo mercato in evoluzione

Sangfor fornisce soluzioni di cloud computing, cybersecurity e ottimizzazione dell’infrastruttura, che si possono suddividere in quattro aree.

  1. Sangfor HCI (Hyper-Converged Infrastructure) integra gestione, computing, storage e networking in una soluzione per data center semplificata, scalabile ed economica. Se conosci VMware, consideralo affine a vSAN e vSphere.
  2. Sangfor IaaS (Infrastructure as a Service) ovvero servizi di infrastruttura cloud che forniscono alle aziende gli strumenti per implementare un ambiente cloud scalabile e gestibile.
  3. Sangfor VDI (Virtual Desktop Infrastructure) offre esperienze di desktop virtuale sicure e gestibili. Se usi VMware, puoi considerarlo affine a Horizon.
  4. Sangfor Cloud è la suite completa di strumenti per la gestione e l’orchestrazione del cloud, progettata per fornire una transizione senza soluzione di continuità verso l’infrastruttura cloud, con un solido supporto per gli ambienti multi-cloud e le implementazioni ibride.

I 5 vantaggi di Sangfor

Innanzitutto Sangfor ha una proprietà stabile ed è affidabile, caratteristica per noi imprescindibile. Le soluzioni sono scalabili per crescere insieme ai tuoi clienti e personalizzarsi in base alle loro esigenze. Inoltre Sangfor sfrutta il suo patrimonio di sicurezza di rete per incorporare funzionalità di cyber security sempre più precise e innovative. Oltre a tutto questo, considera questi benefici per i tuoi progetti.

  1. Flessibilità dei prezzi

I modelli di prezzo sono competitivi e flessibili, risultando così più appetibili per i tuoi clienti.

  1. Servizio clienti su misura

Sangfor a fornisce un’assistenza dedicata in Italia, anche attraverso i partner come noi di Elmat Se qualcosa non va o hai dei dubbi, non sarai lasciato solo.

  1. Presenza e competenza a livello regionale

Grazie a più di 60 filiali locali, il modello di assistenza Sangfor testato è prezioso, consentendoti anche di approcciare eventuali clienti all’estero.

  1. Innovazione continua

Con la ricerca e lo sviluppo, Sangfor garantisce l’avanguardia tecnologica e soluzioni al passo con la rapida evoluzione del panorama IT.

  1. Sviluppo dell’ecosistema

Sangfor lavora continuamente per ampliare la sua gamma di partnership e integrazioni, creando un ecosistema versatile e ricco.

Infine, ti ricordiamo che scegliendo Sangfor come soluzione di virtualizzazione hai a disposizione anche l’esperienza di tutto il nostro team, che può aiutarti nell’adozione di questa tecnologia oppure indirizzarti verso corsi di formazione specifici per le tue esigenze. In questo modo la fase di transizione verso la nuova soluzione da adottare sarà più semplice.

Vuoi saperne di più? Scrivici qui per parlare direttamente con i nostri specialist.

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7 elementi per innovare il settore dell’energia e dei servizi pubblici https://www.elmat.com/blog/7-elementi-per-innovare-il-settore-dellenergia-e-dei-servizi-pubblici/ Mon, 19 Feb 2024 15:40:24 +0000 https://www.elmat.com/blog/?p=3574 Per le organizzazioni che operano nel settore dell’energia e dei servizi di pubblica utilità l’obiettivo è crescere e migliorare grazie all’innovazione. Così facendo queste realtà vanno incontro a nuove sfide come, la scelta delle strategie di migrazione, la presenza di tecnologie obsolete, l’integrazione tra i nuovi e i vecchi sistemi e la gestione di reti...

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Per le organizzazioni che operano nel settore dell’energia e dei servizi di pubblica utilità l’obiettivo è crescere e migliorare grazie all’innovazione. Così facendo queste realtà vanno incontro a nuove sfide come, la scelta delle strategie di migrazione, la presenza di tecnologie obsolete, l’integrazione tra i nuovi e i vecchi sistemi e la gestione di reti su larga scala.

Tu, come system integrator, puoi aiutare le organizzazioni a vincere queste sfide con la convergenza della tecnologia operativa e della tecnologia dell’informazione, con le tecnologie di Internet of Things (IoT) e Industrial Internet of Things (IIoT), e con l’automazione dei processi e la manutenzione preventiva.
Insieme ad Alcatel Lucent-Enterprise abbiamo definito quali sono i 7 elementi chiave da cui partire.

1 – Proteggere le persone e le risorse

È essenziale che il centro di controllo operativo sia in collegamento con tutti i dispositivi e le soluzioni installate. Questo permette di aumentare la sicurezza e di gestire tempestivamente eventuali situazioni di emergenza. Inoltre, puoi migliorare l’efficienza anche dando vita a un collegamento migliore tra le persone in loco e quelle che lavorano da remoto.

2 – Operatività senza problemi in condizioni estreme

Per garantire la continuità del servizio in tutti gli ambienti implementa le reti e i sistemi di comunicazione mission-critical e rendile stabili. Per questo, ti suggeriamo di utilizzare switch industriali certificati che resistono alle temperature estreme, alle interferenze elettromagnetiche, all’umidità, alle vibrazioni e alla polvere. Così potrai connettere e gestire un’ampia gamma di dispositivi IIoT anche in ambienti difficili e impegnativi.

3 – Controllare i dispositivi connessi

Ogni volta che un dispositivo IoT e IIoT viene collegato alla rete, verifica che non sia vulnerabile dal punto di vista della sicurezza informatica. Inoltre, puoi automatizzare l’implementazione della rete semplificando le attività oppure offrendo protocolli e funzioni avanzate come lo Shortest Path Bridging (SPB) per la micro-segmentazione.

4 – Salvaguardia dagli attacchi e dalle violazioni informatiche

Implementa una strategia di sicurezza di rete zero trust, integra la sicurezza informatica di chi lavora in loco e degli utenti da remoto e migliora la sicurezza del sistema di comunicazione con
la crittografia vocale e altre funzioni di sicurezza integrate.

5 – Realizzare la convergenza OT-IT

Raccogli e distribuisci in modo efficiente i flussi di dati per l’elaborazione in tempo reale. Inoltre, puoi implementare anche il monitoraggio e il controllo remoto dei circuiti elettrici, delle valvole e altri dispositivi OT e facilitare la mobilità del personale in loco fornendo soluzioni DECT e Voice over Wi-Fi.

6 – Ottimizzare le operazioni per l’efficienza in termini di tempo e di costi

Gestisci l’infrastruttura cablata e quella wireless in modo univoco e proteggi il traffico di controllo e l’acquisizione dati (SCADA). Per garantire una soluzione tempestiva dei problemi di rete, utilizza la manutenzione predittiva e l’intelligenza artificiale. Inoltre, considera i modelli OpEx e CapEx per gestire efficacemente il budget.

7 – Ridurre al minimo il consumo di energia e l’impatto ambientale

Ricorda di massimizzare la longevità delle soluzioni scelte ottimizzandone i cicli di vita. Sfrutta anche le soluzioni in cloud per ridurre lo spazio e l’energia, e monitora l’inquinamento digitale migliorando la gestione dei rifiuti e riducendo il consumo energetico di tutta la catena del valore.

Vuoi conoscere le soluzioni Alcatel Lucent-Enterprise che possono supportarti in tutte queste sfide? Contatta i nostri esperti e fatti dare i suggerimenti specifici per il tuo progetto.

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I 5 trend nel networking e nella sicurezza nel 2024 https://www.elmat.com/blog/i-5-trend-nel-networking-e-nella-sicurezza-nel-2024/ Mon, 18 Dec 2023 23:03:09 +0000 https://www.elmat.com/blog/?p=3564 Il 2023 è stato un anno cruciale per la rete e la sicurezza dei dati. Il progresso tecnologico continua ad aumentare, e con esso anche le sfide e le minacce che le organizzazioni devono affrontare. Nel 2024, come non mai, saranno necessarie soluzioni robuste e innovative. Per avere un punto di riferimento, Alcatel-Lucent Enterprise ha...

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Il 2023 è stato un anno cruciale per la rete e la sicurezza dei dati. Il progresso tecnologico continua ad aumentare, e con esso anche le sfide e le minacce che le organizzazioni devono affrontare. Nel 2024, come non mai, saranno necessarie soluzioni robuste e innovative.
Per avere un punto di riferimento, Alcatel-Lucent Enterprise ha individuato le 5 principali tendenze che costituiranno il punto di riferimento per il networking digitale nel 2024. Vediamole insieme.

1. Automazione della rete e AIOps

L’automazione della rete ha diversi vantaggi. Innanzitutto, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione della rete accelera le operazioni, garantendo prestazioni ancora più ottimali. Inoltre, ora, i sistemi avanzati possono prevedere potenziali problemi per poter agire prima che questi ultimi si aggravino. L’automazione dei processi di routine riduce l’errore umano e libera il personale dalle attività più elementari: così i dipendenti possono concentrarsi su attività più strategiche. Infine, una supervisione continua garantisce l’integrità del sistema, migliora la sicurezza e offre dati preziosi per un processo decisionale informato.

2. Convergenza delle reti e della sicurezza

Adottare un approccio olistico alla protezione dei dati e dell’infrastruttura significa creare una strategia globale che garantisca la salvaguardia di ogni aspetto delle risorse digitali di un’organizzazione. Le misure proattive sono e restano essenziali perché creano una solida difesa contro i più sofisticati attacchi informatici e le intrusioni non autorizzate. Ricordati, inoltre, di promuovere una cultura di responsabilità e conoscenza condivise, in modo che tu, la tua squadra e il tuo cliente possiate affrontare e mitigare collettivamente i rischi.

3. Rete multi-cloud

I vantaggi del network multi-cloud sono tanti:

  • il coordinamento perfetto tra più piattaforme cloud migliora l’efficienza operativa e riduce la complessità;
  • la sincronizzazione ininterrotta dei dati facilita operazioni coese in diversi ambienti cloud e riduce i silos di dati;
  • la rete multi-cloud migliora la velocità di trasmissione dei dati, portando a tempi di risposta più rapidi e a una migliore esperienza utente;
  • dai ai tuoi clienti la flessibilità necessaria per crescere.

4. Adozione del Network as Service (NaaS)

Il NaaS è una soluzione di rete versatile e adattabile a varie sfide, che riduce al minimo i costi iniziali, consentendo alle aziende di crescere senza ingenti spese di capitale e massimizzando l’efficienza finanziaria. Non dimenticare che, scegliendo il Network as Service, hai anche accesso a tecnologie di rete all’avanguardia, che promuovono l’innovazione e l’efficienza in termini di costi.

5. Enfasi sulla sicurezza IT

Continuare a contrastare le minacce più diffuse come malware e ransomware è importante, così come passare da un atteggiamento reattivo all’adozione di strategie che identificano e mitigano le minacce prima ancora che si manifestino. Inoltre, eseguendo un’attenta scansione delle anomalie in tempo reale, i tuoi clienti possono identificare le vulnerabilità e correggerle prima che gli aggressori le sfruttino.
Infine ricorda di dare importanza alla formazione degli utenti e di fare regolarmente gli aggiornamenti di sicurezza: entrambe le azioni restano cruciali anche nel 2024.

Vuoi conoscere le soluzioni Alcatel-Lucent Enterprise che ti aiuteranno a raggiungere i tuoi obiettivi nel prossimo anno? Compila il form, per parlare con uno dei nostri esperti.

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Potenzia i progetti di networking con Alcatel-Lucent Enterprise https://www.elmat.com/blog/potenzia-i-progetti-di-networking-con-alcatel-lucent-enterprise/ https://www.elmat.com/blog/potenzia-i-progetti-di-networking-con-alcatel-lucent-enterprise/#respond Wed, 19 Jul 2023 07:49:28 +0000 https://www.elmat.com/blog/?p=3507 Trova soluzioni che rispondono alle tue esigenze sempre più sfidanti Alcatel-Lucent Enterprise (ALE) è il nostro nuovo partner. Abbiamo scelto uno dei più importanti innovatori nel campo del networking per poterti dare ancora più soluzioni, dato che il settore è in continua espansione. Infatti, potrai scegliere tra diverse opzioni, tutte affidabili e in grado di...

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Trova soluzioni che rispondono alle tue esigenze sempre più sfidanti

Alcatel-Lucent Enterprise (ALE) è il nostro nuovo partner. Abbiamo scelto uno dei più importanti innovatori nel campo del networking per poterti dare ancora più soluzioni, dato che il settore è in continua espansione. Infatti, potrai scegliere tra diverse opzioni, tutte affidabili e in grado di realizzare qualsiasi progetto di business.

Alcatel-Lucent Enterprise: la storia

Alcatel-Lucent Enterprise vanta una ricca storia nel campo della tecnologia e offre diverse competenze su cui molte aziende fanno affidamento da oltre 100 anni. Le soluzioni di rete, comunicazione e cloud ALE connettono persone, oggetti e processi, e rispondono alle esigenze di livelli di sicurezza sempre più elevati.

Molti system integrator che lavorano con noi di Elmat già conoscono e apprezzano le soluzioni ALE. Soluzioni che spesso abbiamo anche preso in considerazione nella ricerca delle migliori integrazioni per i progetti realizzati finora. Ed è proprio da queste esperienze che nasce la partnership con ALE.

Cos’hai a disposizione per i tuoi progetti

Scegliendo Alcatel-Lucent Enterprise hai un’ampia varietà di opzioni perché, oltre al networking, puoi valutare anche le soluzioni dell’area fonia e della unified communications. Puoi anche scegliere tra il modello di business “on-premises” e quello “as a service” e individuare ciò che si adatta al tuo progetto o che si integra con le altre soluzioni che proponiamo.

I consigli dei nostri tecnici

Il nostro team conosce tutte le potenzialità delle innumerevoli soluzioni ALE ed è a tua disposizione per consigliarti quella giusta per il tuo progetto.

ale elmat

Per esempio, se stai per realizzare un progetto che include le reti Wi-Fi 6, considera l’access point Alcatel-Lucent OmniAccess® Stellar AP1301, che fornisce anche una maggiore sicurezza con WPA3.

Se invece stai implementando il sistema di rete in un ambiente industriale, lo switch Alcatel-Lucent OmniSwitch® 6465 Compact Hardened Ethernet ti fornisce la massima resistenza e la sicurezza richiesta in questi contesti.

Infine, ti consigliamo anche l’Alcatel-Lucent OmniSwitch 2260 perché gestisce in autonomia i livelli di potenza per raggiungere valori di efficienza elevati e si connette con il cloud di ALE.

Se invece vuoi chiedere informazioni specifiche su una delle soluzioni del nuovo partner, scrivici.

 

 

Crediti dell’immagine di copertina: Freepik

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Cambium Networks cnMatrix Enterprise Switches: connessione & sicurezza https://www.elmat.com/blog/cambium-networks-cnmatrix-enterprise-switches-connessione-sicurezza/ https://www.elmat.com/blog/cambium-networks-cnmatrix-enterprise-switches-connessione-sicurezza/#respond Fri, 30 Nov 2018 14:41:11 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2810 Il panorama degli Switch odierno vuole e deve andare oltre i canonici L2/L3, e ciò si traduce nella ricerca di nuove funzionalità atte a rendere più sicura ed efficiente la connettività interna ed esterna, cablata e wireless, con una particolare attenzione alla facilità di installazione e gestione. Le realtà aziendali ad oggi si stanno impegnando...

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Il panorama degli Switch odierno vuole e deve andare oltre i canonici L2/L3, e ciò si traduce nella ricerca di nuove funzionalità atte a rendere più sicura ed efficiente la connettività interna ed esterna, cablata e wireless, con una particolare attenzione alla facilità di installazione e gestione.

Le realtà aziendali ad oggi si stanno impegnando per gestire al meglio una visione unificata della rete munendosi di policy comuni su reti cablate e wireless così da poter configurare automaticamente i dispositivi e le porte dello switch in base al tipo di dispositivo previsto all’interno dalla rete.

Altro elemento da segnalare è la segmentazione della rete: fornisce un ambiente sicuro per le risorse di rete critiche, posizionando automaticamente i dispositivi nel segmento di rete più appropriato in base al loro specifico profilo. Lo switch deve inoltre essere “Wireless Aware”, cioè riconoscere e gestire appropriatamente gli oggetti wireless in rete: questo consente l’automazione delle policy, assicura facilità di monitoraggio e la risoluzione dei problemi nella rete cablata e wireless gestita in modo realmente unitario.

La complessità e l’urgenza di nuove funzionalità del ruolo degli switch data dall’emergente commutazione a livello aziendale della gestione cloud, in combinazione con un’architettura wireless ha spinto Cambium Networks, fornitore leader a livello mondiale di soluzioni di rete wireless, a sviluppare e proporre al mercato una propria linea di switch capace di garantire il massimo in termini di prestazioni, sicurezza e facilità di gestione da tutti gli elementi che compongono una rete aziendale moderna: cnMatrix Enterprise Switches.

Le funzionalità di cnMatrix Switch rispondono infatti in modo completo e funzionale alle esigenze esaminate poc’anzi comprendendo un automazione basata su criteri con relativa Wipe Policy (migliora la sicurezza eliminando automaticamente la configurazione della porta dinamica quando il dispositivo si disconnette), una corretta segmentazione di rete ed una Wireless-Awareness. A questi requisiti portanti cnMatrix Switch aggiunge inoltre una Site Survivability per cui parametri operativi speculari consentono il pieno funzionamento quando si perde la connettività al cloud e una gestione cloud che offre una ricca gestione del ciclo di vita, configurazione, controllo e servizi di sicurezza, disponibile con opzioni di implementazione on-premise.

La cnMatrix gestita dal cloud e le soluzioni Wi-Fi di cnPilot Enterprise forniscono funzionalità Intelligent Edge che migliorano le prestazioni della rete riducendo i tempi e i costi di distribuzione e gestione di una rete cablata / wireless unificata portando un’automazione basata su policy che semplifica le operazioni e migliora la sicurezza.
Il risultato pratico? La rete è più resistente alle interruzioni e gli utenti rimangono connessi.

John Mead, responsabile dello sviluppo dei nuovi switch sottolinea: “I nostri prodotti per la connettività wireless hanno sempre funzionato perfettamente anche collegati a switch di terze parti e continueranno a farlo. Tuttavia nel tempo è emerso chiaramente che con l’avvento delle reti miste cablate/wireless una vera ottimizzazione a tutti il livelli di performance e sicurezza è possibile con prodotti concepiti già in fase progettuale per queste tipologie di reti. Quando un access point Cambium viene connesso ad uno switch cnMatrix si rende immediatamente disponibile una serie di importanti funzionalità altrimenti non disponibili”.

Marco Olivieri, Regional Sales Manager di Cambium Networks per l’Italia sottolinea il significato tecnologico di una simile scelta: “Quando abbiamo deciso di sviluppare cnMatrix, la nostra linea di switch enterprise, eravamo consapevoli di accettare una sfida importate in un mercato già ben presidiato, ma la nostra strategia è stata fin dall’inizio molto chiara e, considerato il successo ottenuto nel mercato Wi-Fi enterprise, siamo sicuri di poterlo replicare anche per la linea di prodotti cnMatrix sviluppati proprio per rispondere alle esigenze degli utenti finali. In un mondo dove le soluzioni wireless d’accesso sono ormai diventate infrastrutture primarie nelle aziende, gli switch di accesso rappresentano il perfetto completamento della nostra offerta che ci permetterà di essere sempre di più un punto di riferimento nel mercato networking.

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WI-FI FINGERPRINTS: UNA SOLUZIONE INTELLIGENTE https://www.elmat.com/blog/wifi-fingerprints-la-soluzione-intelligente/ https://www.elmat.com/blog/wifi-fingerprints-la-soluzione-intelligente/#respond Tue, 28 Aug 2018 08:29:17 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2707 L’esigenza di conoscere la posizione di personale, oggetti, beni e macchinari al fine di poter meglio monitorare i processi e la sicurezza è ormai elemento imprescindibile nel mercato odierno di Smart Industry e Industria 4.0. Il mondo della navigazione indoor si concentra nello sfruttare l’ambiente e le tecnologie presenti, o comunque di facile reperibilità, per...

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L’esigenza di conoscere la posizione di personale, oggetti, beni e macchinari al fine di poter meglio monitorare i processi e la sicurezza è ormai elemento imprescindibile nel mercato odierno di Smart Industry e Industria 4.0.
Il mondo della navigazione indoor si concentra nello sfruttare l’ambiente e le tecnologie presenti, o comunque di facile reperibilità, per offrire all’utente la possibilità di orientarsi anche in ambienti con numerose barriere architettoniche avvalendosi inoltre di un’elevata scalabilità. Il risultato ottenuto da queste tecniche non fornirà un dato di posizione “assoluto”, come normalmente restituito da un’interrogazione GPS, bensì una posizione “relativa” che deve poi essere interpretata correttamente a seconda del contesto.
Tecniche che si posizionano in questa fascia sfruttano tecnologie come infra- rossi (IR), Bluetooth, identificazione a radio frequenza (RFID), ultrasuoni, tecniche di riconoscimento mediante tracciamento ottico e tecniche basate sui segnali wireless (RSSI techniques)
Il principio legato alla tecnica di posizionamento ad infrarossi è sintetizzabile con l’immagine del labirinto, utile a comprendere sia il funzionamento che i limiti di questo sistema, mentre per quanto riguarda il bluetooth le interferenze non sono date da ostacoli fisici ma dal rapportarsi dei ricevitori stessi.
Discorso analogo può essere fatto per gli ultrasuoni, il cui impulso può essere influenzato dalla presenza di ostacoli e i cui vantaggi dati da economicità e facilità di trasporto si infrangono contro l’alta complessità di posizionamento della matrice di sensori.
Le tecniche RFID invece possono essere basate su singola cella (la localizzazione prende come riferimento il tag più vicino) o multilaterazione (segnale raggiunto da almeno tre celle distinte e successiva triangolazione) ma soffrono ambedue fortemente della cosiddetta “multipath propagation”.
La localizzazione mediante tracciamento ottico è un caso a parte in quanto necessita del contatto visivo fra il soggetto da localizzare e il sistema di localizzazione. La precisione derivante dall’uso di questo sistema è ovviamente molto alta ma ciò avviene a discapito dei costi dell’infrastruttura. Un sistema di questo tipo trova il suo contesto ideale in ambienti statici dove il concetto di real-time costituisce un fattore chiave
Ultimo caso è quello rappresentato dalle tecniche di localizzazione basate sul raggio d’azione (RSSI) il cui algoritmo è basato sulla stima della potenza del segnale trasmesso, calcolata partendo dall’intensità percepita dall’antenna che riceve il segnale, al netto della perdita di intensità dovuta alla distanza dell’emettitore. Il numero di emettitori e la tecnica del loro posizionamento determinerà se andremo ad avvalerci della multilaterazione e di che tipo sarà. A fronte del risparmio dal punto di vista computazionale, anche qui, come nel caso precedente, gli svantaggi pratici saranno dovuti all’elevato costo dell’hardware.
Partendo da questi esempi chiave possiamo desumere che i parametri da monitorare quando si vogliono valutare le tecniche di localizzazione indoor saranno la complessità del software e i relativi costi computazionali, la robustezza intrinseca del sistema (ossia la capacità di operare correttamente anche condizioni non ottimali) e la sua scalabilità.

In questo quadro il Wi-Fi Fingerprinting, appartenente alle tecniche RSSI, permette di sfruttare access point pre-esistenti all’interno di un ambiente al fine di restituire la posizione di un dispositivo dotato di antenna senza sistema hardware dedicato. La localizzazione essendo elaborata unicamente dal software che si occupa di analizzare ed elaborare i dati provenienti dai diversi AP ha come unica infrastruttura di supporto la rete WLAN con costi d’implementazione prossimi allo zero.
La tecnica si risolve quindi nel rilevamento dei segnali Wi-Fi presenti in una determinata area al fine di ottenere “un’impronta digitale” disponibile ad uno o più client per consentire loro la localizzazione; la posizione verrà calcolata mediante un algoritmo di cluster-matching, ovvero trovando fra tutte le rilevazioni salvate in precedenza quale meglio si approssima alla rilevazione effettuata a run-time dal terminale dell’utente (ergo una eco della stanza che più si avvicina a quella rilevata dal client dotato di antenna WiFi e non una vera e propria indicazione topografica).
Fase propedeutica offline sarà la suddivisione dell’ambiente in Reference Points (RP) per i quali vengono effettuate una o più scansioni degli access point (AP) circostanti volte a costruire la mappa dell’ambiente poi salvata in database. Questa sarà seguita da una online in cui viene effettuata una scansione degli AP che costituisce una sorta di “Reference Point dinamico” da confrontare con tutti quelli presenti in memoria. Al termine della fase online l’utente ottiene un’indicazione della sua posizione corrispondente al RP più simile a quello da lui rilevato.
Uno studio interessante, condotto dal Centro di Ricerca per la comunicazione dell’Harbin Institute of Technology, ha dimostrato come l’avere una altissima concentrazione di AP non determini per forza un miglioramento in termini di accuratezza della localizzazione. Ogni AP non ha la stessa importanza all’interno di un sistema, motivo per cui, per evitare di immettere nel sistema informazioni non necessarie, si dovranno seguire precisi criteri di selezione.
L’analisi dei vecchi modelli utilizzati (Fisher, Joint Clustering, IGT, etc. ) ha portato alla luce alcuni evidenti limiti superabili però da una oculata partizione dell’ambiente in cluster e nell’utilizzo del Compressive Sensing.
Nel primo caso l’algoritmo utilizzato partiziona l’area in sotto-regioni, considerando come discriminante l’RSS percepito da un AP; se l’insieme dei valori di tutti gli AP mantiene nel tempo un valore stabile, allora questo gruppo appartiene alla stessa area.
L’uso del Compressive Sensing permette invece di ridurre la dimensione dei dati necessari a descrivere il fingerprint di un reference point, riuscendo comunque a ritornare ad un’immagine attendibile senza introdurre errori. Gli esperimenti fatti hanno dimostrato che utilizzando solo il 10% dei dati consente di risalire comunque all’intero sistema con un tasso d’errore inferiore al 16%.
L’obiettivo è quello di far decrescere progressivamente e in maniera significativa il numero di misurazioni rendendo più snello l’altrimenti dispendioso mantenimento della radio map.
Limite in cui, malgrado queste contromisure, il Wi-Fi fingerprinting continua ad incappare è quello di una potenziale multipath propagation. Occorre evidenziare inoltre che il campo di applicazione pratica di questa tecnica non possa essere troppo soggetto a variazioni improvvise (ad esempio un ambiente domestico) pena l’imprecisione della rilevazione. Proprio per questo è fondamentale effettuare un elevato numero di rilevazioni ad intervalli costanti e cadenzati nel tempo per far sì che la stima del fingerprint sia attendibile.
Una prova sperimentale è stata realizzata in un reale ambiente domestico, di circa 150 metri quadrati, con l’impossibilità di ricreare una rete di AP ad hoc per la rilevazione, dovendo quindi sfruttare solamente gli access point già presenti nell’edificio, questo per poter verificare la scalabilità del sistema in tutti i tipi di contesti indoor. Prima di poter mettere in funzione il sistema è stato necessario disegnare la mappa dell’edificio, al fine di suddividere l’appartamento in Reference Points consistenti, ciascuno della grandezza di circa 4 mq. Una volta effettuata la divisione è stata installata l’app sul device per effettuare la rilevazione all’interno delle stanze.
Il risultato ottenuto dimostra un’accuratezza della risposta pari al 1,5 metri (quindi una localizzazione della stanza corretta) ma anche una resilienza relativamente precaria poiché non in grado di reagire a forti variazioni. Se a ciò però andiamo ad affiancare una complessità irrisoria, un costo d’infrastruttura composto unicamente da smartphone e access point e una manutenzione che si attiva a seconda delle oscillazioni del contesto, il computo finale è più che positivo.
L’elemento infine che di diritto va a collocarla come tecnologia appetibile a tutti gli effetti è quello dell’alta scalabilità che la rende adatta sia per ambienti relativamente ridotti sia per spazi grandi in cui, anzi, si rivela ancor più performante.

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La mesh network vista da un esperto https://www.elmat.com/blog/la-mesh-network-vista-un-esperto/ https://www.elmat.com/blog/la-mesh-network-vista-un-esperto/#comments Mon, 07 May 2018 08:31:38 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2481 Boyce LaRue – Manager Director di Data Wave da quasi vent’anni – è un progettista specializzato nella creazione di reti mesh. Nel 2002 ha fondato Meshdynamics, azienda situata nella Silicon Valley formata da un team di sviluppatori con base in India e negli USA. MeshDynamics si occupa di soluzioni altamente tecnologiche, utilizzando i protocolli più...

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Boyce LaRue Manager Director di Data Wave da quasi vent’anni – è un progettista specializzato nella creazione di reti mesh. Nel 2002 ha fondato Meshdynamics, azienda situata nella Silicon Valley formata da un team di sviluppatori con base in India e negli USA. MeshDynamics si occupa di soluzioni altamente tecnologiche, utilizzando i protocolli più adatti per le applicazioni IoT, per proporre sistemi di networking avanzati e di ultima generazione. Abbiamo avuto l’opportunità di fargli una breve intervista e di capire più da vicino il punto di vista di un “addetto ai lavori”.

1. Come nasce l’idea di fondare Meshdynamics e qual è la mission dell’azienda?

In Meshdynamics lavoriamo nel campo del controllo robotico e il nostro obiettivo è quello di implementare nuove soluzioni di sicurezza per gli ambienti esterni, come le reti mesh appunto. Riverbed Xirrus è invece un’azienda più giovane ma anche più innovativa nel campo della connessione wireless. I prodotti, oltre ad essere validi e interessanti, sono anche altamente competitivi e consentono di configurare reti di grandi dimensioni gestite tramite cloud. Data Wave, di cui sono Manager Director dal 2000, ha coltivato nel tempo una stretta relazione con entrambe le aziende: forniamo soluzioni innovative su misura aumentando il valore delle nuove strategie basate sull’investimento tecnologico.

2. Come definiresti la tua esperienza di progettista di reti mesh all’interno dell’azienda?

Partiamo dal presupposto che i clienti sono sempre alla ricerca di una soluzione sicura e affidabile e di una grande larghezza di banda. Non cercano un prezzo stracciato per un prodotto in scatola. La maggior parte delle aziende clienti dispone di professionisti della rete e di tecnologie adatte al supporto e allo storage dei dati, ma sono pochi quelli che hanno una conoscenza approfondita dei sistemi wireless. Un progetto di rete mesh deve infatti considerare diversi fattori come la topologia dell’area, il numero di utenti autorizzati all’accesso alla rete, l’interferenza causata da fonti esterne, l’area di copertura e, non ultimo, le aspettative dell’utente. Non esistono due installazioni uguali, una misura adottata in un caso non vale in un altro. Si parte quindi da alcuni criteri di valutazione.

a. Topologia: la presenza di alberi, colline, edifici, grandi distese di acqua, torri elettriche ad alta tensione e distanza dalla fonte dei dati sono tutte variabili molto importanti da tenere in considerazione.

b. Il numero di utenti: quando Tiger Woods partecipa ad un evento della Professional Golf Association, sono circa 35.000 le persone che si trovano sul campo a guardare l’evento da un posto fisso, ma sono circa 7.500 quelle che seguono Tiger ad ogni suo spostamento di buca. Se è attivo il Wi-Fi nello smartphone di tutti gli spettatori, anche se non viene utilizzato, si dà origine ad una cosa molto simile ad un DoS sulla rete. In questo esempio il problema è che la rete, pensata per supportare 35.000 collegamenti, andrà in crash quando altre 7.500 persone si spostano da una buca all’altra. Ora, vi lascio immaginare cosa può succedere in uno stadio di calcio con 100.000 spettatori…

c. Le interferenze: reti e dispositivi concorrenti e presenti nello spettro o negli stessi canali, antenne sovradimensionate, inceppamenti di percorso, la crescita delle piante sono tutte variabili da considerare nel progettare il design della rete. Facciamo un altro esempio: in un ospedale ci sono circa 12/15 dispositivi le cui frequenze viaggiano nello stesso canale all’interno dello stesso spettro utilizzato dalla connessione Wi-Fi. È possibile dunque che si perda il segnale del Wi-Fi proprio perché si crea un’interferenza tra le frequenze utilizzate dai dispositivi ospedalieri e quelle utilizzate invece dal Wi-Fi.

d. L’area di copertura: città, stadi, parcheggi, zone militari sono tutti posti con obiettivi, bisogni e sfide diverse. La rete dev’essere fissa? O è meglio mobile? Quanta larghezza di banda è richiesta? I dati includono anche video, audio, immagini?

e. Le aspettative degli utenti: qual è lo scopo dell’implementazione della rete? E qual è la larghezza di banda accettabile? Se il segnale deve collegare aree remote viaggiando a 50 klm, ci sarà una perdita di larghezza di banda. Come compensare questa perdita? Potenziando l’antenna? O amplificare la potenza del segnale?

3. Quali sono i principali campi d’applicazione dov’è utile e funzionale implementare una rete mesh?

Innanzitutto, tenersi aggiornati sui prodotti, i prezzi e i potenziali usi è fondamentale. Niente aiuta più dell’esperienza a rendere un design di rete semplice e funzionale. E ovviamente è indispensabile la conoscenza della progettazione di rete che rappresenta l’80% del lavoro. Per fare un esempio banale: se non si conosce la differenza tra attrezzatura interna ed esterna di un sistema cablato, il fallimento è assicurato. E poi bisogna chiedersi qual è la distanza tra una torre e l’altra, quale spettro è meglio usare, che tipo di antenna installare, dove e come posizionarla. La curvatura della terra limita la maggior parte dei collegamenti radio fino a 36 miglia, a meno che le torri non siano alte oltre i 300 metri.

La conoscenza delle proprietà fisiche è necessaria, ma questo settore non è tutta scienza; si richiede anche una qualche forma d’arte. Ad esempio, una pellicola colorata in oro o rame su una finestra bloccherà e rifletterà la maggior parte dei segnali radio. Bisogna quindi trovare una soluzione alternativa. Anche le foglie cerose riflettono e assorbono i segnali radio. Grazie a Google Earth è possibile fare un sondaggio sul sito di interesse, ma quasi mai il percorso tra i punti A e B è lineare e se, ad esempio, c’è una linea di trasmissione elettrica ad alta tensione tra i due punti, non è possibile bucare questa barriera a meno che non si passi sopra o sotto la stessa. Insomma, ci vuole anche un po’ di fortuna… E poi c’è da considerare il fatto che un impianto progettato due anni fa, oggi non va più bene. È un continuo lavoro di studio e di prove.

4. Puoi portarci l’esempio di un caso di successo?

Nel gennaio 2006, la Border Patrol di Douglas in Arizona ha installato una rete mesh lungo il confine tra Arizona e Messico per fornire delle comunicazioni su banda larga ai propri agenti sul campo. La rete è costituita sia da nodi fissi che mobili. I nodi fissi si trovano sulle torri lungo il confine e utilizzano due diverse frequenze di segnale radio: uno da 5,8 GHz per il backhaul e uno da 2,4 GHz per l’accesso. I nodi mobili sono montati sui veicoli Border Patrol e forniscono connessione al loro MDT (Mobile Display Terminal). I nodi mobili prevedono il passaggio dei dati solo su una frequenza di 2,4 GHz, sia per l’uplink, che per il downlink e la scansione radio consente al veicolo di viaggiare attraverso la rete ad alta velocità mantenendo una connettività continua, evitando interruzioni.

5. Quali sono i vantaggi dell’implementazione di una rete mesh? E quali invece le debolezze?

Il vantaggio di una rete mesh è che non ha un solo punto d’errore. Ogni singolo dispositivo è collegato con quelli circostanti e in caso di guasto di un punto, il segnale sarà reindirizzato all’alternativa migliore. E anche in caso di perdita del collegamento principale verso la rete esterna, la mesh network continuerà a funzionare. La maggior parte delle altre reti invece sono a catena, punto-punto o hub & spoke e questo significa che una perdita di un singolo dispositivo isolerà o bloccherà l’intera rete. La rete mesh, al contrario, è auto-formante e auto-guaritrice.

La debolezza che si può riscontrare nell’implementazione di una mesh network risiede in una progettazione di rete impropria. Ogni dispositivo trasferisce e riceve i dati comunicando con quelli adiacenti: se 10 dispositivi trasmettono contemporaneamente dei dati il collegamento diventa lento a causa del traffico dati che consuma larghezza di banda. Una volta ho visto una rete mesh di 300 dispositivi. In teoria avrebbe potuto funzionare ma era terribile! In questo caso è meglio preferire un design di rete che fornisca i dati velocemente, in real time, attraverso più collegamenti.

6. Qual è la tua visione dell’utilizzo delle reti mesh sia in un futuro prossimo che in un futuro un po’ più lontano?

Le reti mesh si diffonderanno sempre di più. È, di fatto, l’unica soluzione che evita errori e ha un costo ragionevole. Ora si sente molto parlare del 5G e di come migliorerà la rete dati e questo è senz’altro vero, ma scaricare i dati per liberare spazio continuerà ad essere un punto centrale e necessario per l’ottimizzazione di una rete wireless. C’è interesse in tutto il mondo circa l’implementazione di dispositivi e reti wireless, sia pubblici che privati, civili e militari, perché sta diventando il metodo di comunicazione più efficace, da preferire in molte situazioni. I progressi della tecnologia e dei protocolli di comunicazione permettono di continuare ad utilizzare e ottimizzare questa tipologia di rete. La sicurezza è quindi una priorità in tutti i settori e in tutte le reti, siano esse cablate o wireless. Bisogna sempre tenersi aggiornati.

E noi di Elmat siamo d’accordo con LaRue Boyce perché in questi anni di digital transfromation, dove la realtà – in particolare quella aziendale – si sta evolvendo in modo decisivo, è necessario investire nelle nuove tecnologie e nei sistemi più all’avanguardia, adatti a molti casi d’uso e pronti al futuro.

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Mesh network: tecnologia adatta per la smart city? https://www.elmat.com/blog/mesh-network-tecnologia-adatta-per-la-smart-city/ https://www.elmat.com/blog/mesh-network-tecnologia-adatta-per-la-smart-city/#respond Mon, 09 Apr 2018 05:34:08 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2393 Secondo Business Insider, entro il 2020 ci saranno 34 miliardi di dispositivi connessi a Internet e 24 miliardi di questi saranno guidati dall’IoT. La ricerca, lo studio e la valutazione dei pro e dei contro circa la loro implementazione è all’ordine del giorno. Qual è il metodo più efficace per far si che questi device...

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Secondo Business Insider, entro il 2020 ci saranno 34 miliardi di dispositivi connessi a Internet e 24 miliardi di questi saranno guidati dall’IoT. La ricerca, lo studio e la valutazione dei pro e dei contro circa la loro implementazione è all’ordine del giorno. Qual è il metodo più efficace per far si che questi device possano comunicare tra loro senza problemi? Supportare una rete potenzialmente infinita di collegamenti può non essere semplice, e partire dalle strutture adeguate è il primo punto da affrontare. In questo contesto la rete mesh rappresenta sicuramente una soluzione ottimale.

Più le città diventano smart, più è necessario far fronte a problemi complessi per rispondere agli alti standard di efficienza richiesti. La mesh network è una rete a maglie che basa il suo funzionamento sulla distribuzione delle risorse e dei contenuti, non sul loro accentramento. È una rete peer-to-peer senza ordine gerarchico, nella quale tutti i nodi partecipano alla diffusione e all’archiviazione delle informazioni, secondo il principio della ridondanza. In questo modo, anche se un nodo dovesse smettere di funzionare, la rete garantirà la continuità del flusso di dati perché i protocolli e gli algoritmi troveranno un percorso alternativo. Una sorta di auto-guarigione.

Inoltre, cosa di non poco conto, l’implementazione di questa rete è semplificata dal fatto che non richiede operazioni di cablaggio: non ci sono cavi, scavi e operai a creare disagio alla viabilità cittadina. Questo rende la wireless mesh network sia flessibile che affidabile, garantendo una copertura capillare sul territorio di competenza. Senza contare che, non facendo affidamento su stazioni centralizzate, il rischio di rimanere senza connessione nel caso in cui si verifichi un guasto è minimizzato.

O ancora, proprio perché una mesh network copre vaste aree e supporta tutte le tipologie di dati (ad esempio, le immagini delle telecamere di videosorveglianza e i dati dei sensori del controllo del traffico) rappresenta una funzionalità fondamentale per la smart city che deve garantire la sicurezza dei cittadini sotto tutti i punti di vista.

Un tema strettamente legato alla smart city è la sua sostenibilità, e il monitoraggio dei consumi è un task fondamentale. Anche in questo caso la mesh network è un’applicazione ottimale: per lo smart grid, ossia l’insieme di reti di informazione per gestire in modo intelligente la distribuzione di energia, è necessaria una rete efficiente. L’esigenza di controllare e comunicare con i dispositivi disseminati su vaste zone di territorio rende necessaria l’applicazione di infrastrutture di comunicazione adeguate, che garantiscano alte prestazioni. Come la mesh network appunto.

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DiskStation DS218: il server NAS marchiato Synology https://www.elmat.com/blog/diskstation-ds218-server-nas-marchiato-synology/ https://www.elmat.com/blog/diskstation-ds218-server-nas-marchiato-synology/#respond Fri, 16 Mar 2018 09:13:43 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2184 Synology Inc., fondata nel 2000, è ormai una garanzia nel presentare soluzioni NAS (Network-Attached Storage), sistemi di sorveglianza IP e apparecchiature di rete. Qualità ed alte prestazioni sono garantite, perché Synology propone soluzioni sia hardware che software sempre innovative: per centralizzare lo storage dei dati, semplificare i backup e sincronizzare i file. Per un uso energetico...

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Synology Inc., fondata nel 2000, è ormai una garanzia nel presentare soluzioni NAS (Network-Attached Storage), sistemi di sorveglianza IP e apparecchiature di rete. Qualità ed alte prestazioni sono garantite, perché Synology propone soluzioni sia hardware che software sempre innovative: per centralizzare lo storage dei dati, semplificare i backup e sincronizzare i file. Per un uso energetico più efficiente. Un eccellente servizio di assistenza e una ricca proposta sempre all’avanguardia completano la professionalità dell’azienda.

Nell’era del cloud e dei big data, il NAS rappresenta una soluzione eccellente per proteggere i propri dati: è infatti il dispositivo ideale per una memorizzazione sicura. Si tratta di uno strumento che non dovrebbe mai mancare nelle aziende perché l’archivio dei dati è sempre un aspetto di fondamentale importanza. Synology risponde a questa necessità presentando il server NAS DS218 che viene eseguito su DiskStation Manager, un sistema operativo avanzato e intuitivo, potenziando la produttività lavorativa.

Il DS218 è stato pensato per l’uso professionale e domestico. È un NAS versatile a due vani con un throughput sequenziale di oltre 112 MB/s in lettura e 112 MB/s in scrittura. Serve per lo storage centralizzato dei file e la transcodifica veloce dei video 4K H.265 a 10 bit. Con Video Station e Ds Video è possibile inoltre convertire e riprodurre video 4K da qualsiasi computer o dispositivo mobile, anche se questi non supportano i formati Ultra HD. Come sostiene Michael Wang, Product Manager di Synology Inc., “i contenuti 4K si stanno diffondendo sempre più. Se un dispositivo non offre la riproduzione di video 4K, il DS218 transcodifica online i video in 1080p e meno per un’esperienza perfetta”. Infine, DS218 integra 2GB di memoria DDR4 e un processore innovativo quad-core a 64 bit che permette di aumentare considerevolmente la velocità di trasferimento.

Synology ha pensato ad un server di ultima generazione non solo per la gestione e la condivisione di file in modo veloce e sicuro, ma anche ad una soluzione di backup completa di qualsiasi pc o dispositivo mobile. Il computer e il NAS sono inoltre protetti dagli attacchi cyber sempre più frequenti, uno dei temi caldi degli ultimi mesi, compresi i ransomware basati sulla crittografia.

Con DS218 l’accesso a file avviene in modo semplice grazie a QuickConnect: i file sono infatti accessibili da Internet evitando complesse configurazioni di rete e senza alcun bisogno di impostare le regole di inoltro porta o il DDNS. Con QuickConnect è possibile connettersi ad un indirizzo personalizzato e sicuro per accedere ai documenti di lavoro e ai file multimediali, senza costi aggiuntivi.

In ambito multimediale Synology è un vero e proprio leader. Ha infatti ricevuto diversi riconoscimenti e occupa una delle prime posizioni della categoria NAS mid-rance nel sondaggio TechTarget relativamente alle soluzioni di storage. E con il NAS DS218 dimostra ancora una volta l’approccio all’innovazione tecnologica che la contraddistingue da quasi vent’anni.

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Synology DiskStation DS1517+ e DS1817+ https://www.elmat.com/blog/synology-diskstation-ds1517-e-ds1817/ https://www.elmat.com/blog/synology-diskstation-ds1517-e-ds1817/#respond Fri, 05 May 2017 08:00:35 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=1697 i nuovi storage NAS espandibili Synology ha recentemente presentato due nuove soluzioni storage NAS della nota gamma DiskStation: si tratta dei modelli Synology DiskStation DS1517+ e DS1817+, entrambi con la possibilità di utilizzare l’unità di espansione DX517. Synology DiskStation DS1517+ e DS1817+: potenza, scalabilità ed affidabilità DS1517+ e DS1817+ hanno un fattore di forma tower...

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i nuovi storage NAS espandibili

Synology ha recentemente presentato due nuove soluzioni storage NAS della nota gamma DiskStation: si tratta dei modelli Synology DiskStation DS1517+ e DS1817+, entrambi con la possibilità di utilizzare l’unità di espansione DX517.

Synology DiskStation DS1517+ e DS1817+: potenza, scalabilità ed affidabilità

DS1517+ e DS1817+ hanno un fattore di forma tower e una capacità rispettiva di 5 e 8-bay; entrambi i server sono scalabili e ideali per esigenze di archiviazione di rete di PMI, per ambienti dove occorrono elevate prestazioni, affidabilità e versatilità.

Synology DiskStation DS1517+ e DS1817+: equipaggiamento e memoria

Le due nuove soluzioni NAS sono dotate di un processore Intel Atom quad-core da 2.4GHz e sono equipaggiate con due opzioni di memoria predefinita, una da 2GB e una da 8GB, entrambi espandibili fino a 16GB.

Oltre alle quattro porte di rete 1GbE integrate, entrambe le soluzioni aggiungono uno slot PCI per una scheda di interfaccia di rete da 10GbE, e porte dual 10GbE per ampliare ulteriormente la banda.

Qualora si scegliesse di optare per l’utilizzo di memoria dual channel e della interfaccia di rete 10GbE opzionale, il throughput potrebbe raggiungere una velocità fino a 1.179 MB/s in lettura e fino a 542 MB/s in scrittura. Con l’utilizzo di un adattore sarà anche possibile utilizzare l’SSD SATA dual M.2 come memoria cache.

Synology DiskStation DS1517+ e DS1817+: unità di espansione

I due NAS sono in grado di supportare la connessione di altre due unità di espansione DX517, elemento che permette in questo caso di disporre fino a 10 slot aggiuntivi, in modo tale da poter scalare la capacità di archiviazione. Inoltre il volume RAID può essere espanso senza la necessità di formattare i dischi rigidi pre-esistenti.

Synology DiskStation DS1517+ e DS1817+: il software

DS1517+ e DS1817+ sono i primi due NAS targati Synology a supportare SSD M.2, progettato per risolvere il calo delle prestazioni in applicazioni con elevato carico di lavoro e per ridurre notevolmente la latenza I/O.

Entrambe le soluzioni sono inoltre equipaggiate con il software DiskStation Manager (DSM) 6.1, il sistema operativo che caratterizza tutti i dispositivi NAS Synology. Sono anche già disponibili sul software anche molte applicazioni dedicate al backup, alla produttività e alla gestione di rete.

Per maggiori informazioni sui prodotti Synology, contattaci.

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