aruba networks Archivi https://www.elmat.com/blog/tag/aruba-networks/ Wed, 22 Feb 2017 10:02:53 +0000 it-IT hourly 1 https://blog.elmat.com/wp-content/uploads/2019/07/cropped-favicon-32x32.jpg aruba networks Archivi https://www.elmat.com/blog/tag/aruba-networks/ 32 32 Aruba Outdoor Multifunctional 360 802.11ac Wave 2 https://www.elmat.com/blog/aruba-outdoor-multifunctional-360-80211ac-wave-2/ https://www.elmat.com/blog/aruba-outdoor-multifunctional-360-80211ac-wave-2/#respond Fri, 17 Feb 2017 09:00:53 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=1378 i nuovi access point low cost per ogni esigenza Le aziende stanno riprogettando gli uffici per creare un ambiente di lavoro digitale mobile-first che fornisca la disponibilità e l’affidabilità di rete di un ambiente cablato. È all’interno di questo trend che vede la luce una nuova serie di access point multifunzionale e che offre connessione...

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i nuovi access point low cost per ogni esigenza

Le aziende stanno riprogettando gli uffici per creare un ambiente di lavoro digitale mobile-first che fornisca la disponibilità e l’affidabilità di rete di un ambiente cablato. È all’interno di questo trend che vede la luce una nuova serie di access point multifunzionale e che offre connessione a 360°: Aruba Outdoor Multifunctional 360 802.11ac Wave 2 di Aruba Networks rappresenta infatti il perfetto rapporto tra costo e funzionalità. Gli access point offrono connessione per dispositivi IoT e mobile in ambito educazione, aziendale, di vendita al dettaglio e di configurazioni industriali.

La serie Multifunctional 360 supporta una duplice operazione radio ed è in grado di offrire un data rate fino ad un massimo di 867Mbps con una banda di 5GHz e fino a 400Mbps sfruttando una banda di 2.4GHz. Supporta inoltre simultaneamente una trasmissione fino a due dispositivi 802.11ac Wave 2.

Aruba Outdoor Multifunctional 360 802.11ac Wave 2: perfetto per l’esterno

A rendere questi nuovi access point ancora più funzionali è la loro capacità di essere tranquillamente impiegati anche in condizioni esterne sfavorevoli: non presentano infatti alcun problema né con alte né con basse temperature. Resistono a qualsiasi tipo di umidità e precipitazione e sono completamente isolate da eventuali contaminazioni dell’aria. I componenti elettrici sono inoltre protetti contro qualsiasi tipologia di sovraccarico.

Esattamente con gli altri access point Aruba Wave 2, anche questa nuova serie integra il sistema Bluetooth Aruba Beacon che semplifica il controllo da remoto per grandi reti operate a batteria. Questo consente alle aziende di sviluppare applicazioni che arricchiscono l’esperienza dell’utente incrementando il valore delle reti wireless nel campo aziendale. Oltre a ciò, Aruba Outdoor Multifunctional 360 802.11ac Wave 2 integra anche la tecnologia ClientMatch che elimina i cosiddetti “sticky clients”migliorando la performance della WLAN Wave 2.

Gli access point Aruba Outdoor Multifunctional 360 802.11ac Wave 2 raccolgono continuativamente i dati delle performance delle diverse sessioni e li utilizzano per guidare tutti i dispositivi mobile verso il migliore AP e la migliore radio presente nella WLAN.

Grazie a questa funzione la serie 360 è in grado di individuare, classificare e raggruppare tutti i device mobile che supportano 802.11ac Wave 2 sotto un’unica radio Wave 2, incrementando la capacità e l’efficienza della rete.

Aruba Outdoor Multifunctional 360 802.11ac Wave 2: le modalità d’uso

La gamma 360 permette inoltre di scegliere la modalità d’uso desiderata in modo tale da poter sempre andare incontro alle diverse necessità dell’utenza:

  • Controllo AP o Controllo remoto AP (RAP) tramite ArubaOS.
  • Aruba AP serie 360 con InstantOS
  • Air monitor
  • WLAN AP ibrida e air monitor

Per maggiori informazioni su Aruba Outdoor Multifunctional 360 802.11ac Wave 2 contattaci.

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Smart Office Aruba e spazi intelligenti https://www.elmat.com/blog/smart-office-aruba/ https://www.elmat.com/blog/smart-office-aruba/#respond Tue, 06 Dec 2016 09:00:27 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=1189 dall’AirHead Community una panoramica delle nuove forme gestione degli ambienti di lavoro rese possibili dal wireless LAN Aruba Sul blog dell’AirHead Community di Aruba Networks, un paio di settimane fa, è stata pubblicata un’interessante panoramica, a cura di John Owell di Aruba, sulle nuove tipologie di smart office Aruba che possono essere implementate grazie all’aumento...

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dall’AirHead Community una panoramica delle nuove forme gestione degli ambienti di lavoro rese possibili dal wireless LAN Aruba

Sul blog dell’AirHead Community di Aruba Networks, un paio di settimane fa, è stata pubblicata un’interessante panoramica, a cura di John Owell di Aruba, sulle nuove tipologie di smart office Aruba che possono essere implementate grazie all’aumento delle prestazioni di reti WLAN come quella di Aruba Networks. Vediamo insieme le novità per lo smart office nel racconto di Owell.

Un interessante sviluppo sta vedendo la luce nell’area Wi-Fi e mobility, dove il cliente di un’azienda ha finalmente la possibilità di sperimentare una connessione wireless LAN e un  802.11ac wave2 wireless LAN ad alta velocità, provando finalmente delle performance che un decennio fa potevano essere solo sognate.

Smart Office Aruba: l’evoluzione tecnologica

Cinque anni fa già si sarebbe potuto dire che questa rete affidabile avrebbe verosimilmente potuto essere utilizzata solo per Internet, intranet e traffico voce. Tre anni fa, oltre alla voce, abbiamo aggiunto alcuni video della sicurezza IP e il controllo accessi.

Oggi – adesso che abbiamo una capacità adeguata – siamo di fronte alla possibilità di sfruttare questa rete ad alta velocità per implementare una soluzione di smart building. Il progetto prevede di collegare tutti i sensori di movimento, beacons Bluetooth (utilizzando Meridian), Apple, Chrome e televisori Fire, condizionatori d’aria, serrature Bluetooth e mobile per realizzare un ambiente aziendale realmente intelligente.

 

smart office 1

Smart Office Aruba: nuove possibilità in ufficio

In Aruba lavoriamo a stretto contatto con i partner Engage (quelli che sfruttano il nostro Meridian SDK) per costruire soluzioni innovative alle sfide quotidiane che abbiamo di fronte in ufficio.

Come potete vedere sopra, possiamo ora prenotare e gestire sale riunioni, controllo della temperatura e dell’illuminazione e generare analisi che mostrano il consumo di energia e l’utilizzo della stanza – tutto tramite un’app.

 

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Un dipendente può ora prenotare una sala riunioni direttamente dallo smartphone e vedere la disponibilità in tempo reale. In alcuni casi anche conversare con la camera tramite una IA.

smart office 3

Questo riduce il “no show” del 43% e può consentire ai facility manager di ottimizzare l’occupazione e la riallocazione dei vari ambienti dell’ufficio. Utilizzando la nostra soluzione Servizi Meridian Location Based, i dipendenti hanno anche la possibilità di essere guidati tramite navigatore direttamente alla camera prenotata e “trovare un collega” con una precisione 3m. Una volta all’interno della stanza, la nostra tecnologia Bluetooth vede il dipendente nel corso della riunione e notifica al sistema che l’incontro è iniziato (o finito, se l’organizzatore dell’incontro esce).

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Per saperne di più sulle possibilità per la progettazione di ambienti di smart office Aruba Networks, contattaci.

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Connessione wireless a scuola: la vostra rete è pronta? https://www.elmat.com/blog/connessione-wireless-a-scuola-aruba-networks/ https://www.elmat.com/blog/connessione-wireless-a-scuola-aruba-networks/#respond Tue, 23 Aug 2016 07:00:11 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=1028 Insieme a Mark L Verbloot di Aruba Networks esploriamo le strade aperte dall’IoT in ambito scolastico Settembre è alle porte e le famiglie si preparano per il ritorno sui banchi di scuola. Anche l’Airhead Community di Aruba Networks pensa al rientro dalle vacanze: con questa interessante analisi, Mark L Verbloot di Aruba Networks esplora le potenzialità legate...

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Insieme a Mark L Verbloot di Aruba Networks esploriamo le strade aperte dall’IoT in ambito scolastico

Settembre è alle porte e le famiglie si preparano per il ritorno sui banchi di scuola. Anche l’Airhead Community di Aruba Networks pensa al rientro dalle vacanze: con questa interessante analisi, Mark L Verbloot di Aruba Networks esplora le potenzialità legate all’apprendimento che una scuola che utilizzi la connessione wireless per far “dialogare” i device ha a disposizione per migliorare la qualità del servizio e l’esperienza didattica degli studenti. Ecco come fare per capire in che modo la connessione wireless a scuola può sfruttare le novità introdotte dall’IoT.

I ragazzi delle scuole medie sono curvi sulle loro scrivanie immersi nella costruzione del proprio computer, mentre nella classe accanto, si programma in Scratch. In fondo al corridoio gli studenti utilizzano la realtà virtuale per volare attraverso il flusso sanguigno e riconoscere le diverse cellule che incontrano. Intanto al liceo, i ragazzi mettono a punto i loro robot da combattimento per la prossima gara.

E’ questo oggi che significa “apprendimento” per i giovani digitali.

L’ascesa della connessione wireless a scuola

La tecnologia continua a modificare la didattica per formare meglio gli studenti e migliorare le loro capacità critiche. Computer ultra-low-cost come Raspberry Pi e CHIP possono mettere un’economica potenza di calcolo nelle mani di chiunque, non solo in quelle di ricchi distretti scolastici. I contenuti della realtà virtuale, tradizionalmente associati al gioco, possono aiutare gli studenti a fare esperienza e saperne di più in maniera più attiva e più approfondita che leggendo o guardando passivamente. Che si tratti di Oculus Rift, Google Magia Leap, HoloLens Microsoft o un dispositivo che dev’essere ancora inventato, la realtà virtuale e la realtà aumentata si faranno sempre più strada nell’apprendimento quotidiano.

Quando il computer Raspberry Pi è stato lanciato tre anni fa, costava $ 5. Da allora sono stati venduti cinque milioni di Raspberry Pi. L’ultimo, Raspberry Pi3 oggi costa solo 35 $, ovvero lo stesso prezzo del Raspberry Pi2.

Il successo di Raspberry Pi sta attirando concorrenti: CHIP, un computer da $ 9 lanciato con una campagna Kickstarter, sta avendo anch’esso un buon successo.

Le statistiche sull’uso della realtà virtuale nel campo dell’istruzione sono difficili da trovare, ma Deloitte prevede che l’industria globale della realtà virtuale raggiungerà il miliardo di dollari entro quest’anno. Mark L Verbloot di Aruba Networks racconta che in una recente presentazione fatta in Australia, circa il 10% del pubblico utilizzava già la realtà virtuale in aula e circa il 5% stava utilizzando Raspberry Pi.

Osservando come l’Internet of Things (IoT) si espande in aula, possiamo affermare che è adesso il momento giusto per iniziare a farsi domande sull’impatto di questi dispositivi nella connessione a scuola.

Preparatevi per avere ancora più dispositivi per la connessione wireless a scuola

Aver a che fare con l’invasione di laptop, tablet e smartphone è una sfida abbastanza grande per molte scuole, ognuna con le proprie necessità di sviluppare delle norme per il BYOD su misura e introdurre delle policy per la gestione del controllo accessi con un sistema come ClearPass. I computer low cost, i display per la realtà virtuale, i visori per la realtà aumentata, le lavagne intelligenti e altri dispositivi educativi dell’Internet degli oggetti saranno presto all’ordine del giorno nelle aule e rappresenteranno l’ennesima sfida per chi si occupa della connessione wireless a scuola.

Ciò significa che la rete scolastica dovrà farsi trovare preparata. Questi dispositivi sono progettati per essere adottati rapidamente, per cui in pochissimo tempo ci si può ritrovare con centinaia o addirittura migliaia di nuovi dispositivi wireless connessi alla rete.

Per rimanere economici, molti dispositivi per l’internet degli oggetti utilizzano la banda wireless a 2,4 GHz. Purtroppo questa banda è già lenta, affollata e piena di interferenze ed è in gran parte già utilizzata da tablet più vecchi e altri dispositivi, per cui qualcuno ha addirittura dichiarato che il 2.4GHz è inadatto per attività importanti.

Tuttavia è fondamentale essere pronti per un afflusso di nuovi tipi di dispositivi che utilizzano il vecchio cavallo di battaglia della frequenza. Bisogna assicurarsi che la rete wireless sia gestibile dai dispositivi, abbia una gestione RF intelligente e siano state messe a punto tecniche come la banda di sterzo e la banda di bilanciamento, per offrire una migliore esperienza utente. Gestendo in modo proattivo la capacità della rete, i moderni dispositivi dual-band rimarranno sulla banda a 5 GHz, e la banda a 2,4 GHz sarà più libera per il nuovo afflusso di dispositivi IoT didattici e per i dispositivi wireless meno recenti.

Preparatevi per un aumento delle minacce

Quando si insegna ai ragazzi ingegneria informatica, non si può pretendere che non si spingano oltre con lo sviluppo. Molto probabilmente, mentre armeggiano con il codice, fanno anche un po’ di hacking.

Questa nuova generazione di dispositivi educativi IoT non è costruita appositamente per la sicurezza. Possono eseguire sistemi operativi non-standard o versioni ridotte di sistemi operativi più comuni come Windows 10, ma minacce e vulnerabilità sono semplicemente sconosciuti.

Stiamo passando da un mondo in cui la maggior parte dei dispositivi in classe utilizzava un paio di diversi sistemi operativi – Windows, iOS, Android e Chrome OS – a potenzialmente centinaia di sistemi operativi e fattori di forma.

Avrete bisogno di un sistema per collegare qualsiasi dispositivo in maniera rapida, sicura e semplice, come anche nuovi tipi di dispositivi appena inventati. I vecchi metodi di accesso alla rete aziendale/scolastica non verranno eliminati. Assicuratevi perciò che i vostri attuali strumenti di accesso alla rete possano integrare a bordo i dispositivi mobili e IoT, valutare la salute del dispositivo, e fornire un accesso guest senza problemi per il personale IT o gli utenti. Avrete bisogno di un modo semplice per profilare tutti i dispositivi sconosciuti e definire delle policy intelligenti per controllare gli accessi e essere protetti contro le minacce dei dispositivi.

Se non avete già rinnovato la sicurezza per la mobilità, assicuratevi di essere pronti a fornire controlli accesso forti per tutti i tipi di dispositivi collegati. Un modello Adaptive Trust è un buon punto di partenza. Con Adaptive Trust i dati di contesto vengono sfruttati da tutto il sistema di sicurezza di rete per mitigare il rischio per gli endpoint tradizionali, i dispositivi mobili, e anche i dispositivi IoT.

L’internet degli oggetti può avere un grande impatto sulla formazione, ma come gestori della connessione wireless a scuola abbiamo bisogno di farci trovare pronti adesso. Sarebbe interessante sapere come i computer low cost, la realtà virtuale, e gli altri dispositivi stanno cambiando il modo in cui gli studenti imparano e in che modo voi state costruendo le reti per loro.

Ci farebbe piacere conoscere la vostra esperienza nella costruzione di una rete per la connessione wireless a scuola: raccontatecela nei commenti qui sotto.

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Aruba Instant (IAP) Wi-Fi Management https://www.elmat.com/blog/aruba-instant-iap/ https://www.elmat.com/blog/aruba-instant-iap/#respond Mon, 27 Jun 2016 09:31:10 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=934 consigli e suggerimenti per semplificarne l’implementazione su larga scala Oggi andremo ad analizzare Aruba Instant (IAP), un sistema di access point in una sottorete di livello 2 e le sue possibilità di implementazione, grazie ai consigli e suggerimenti di John Schaap di Aruba Networks. Aruba Instant (IAP) è un sistema di punti di accesso in...

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consigli e suggerimenti per semplificarne l’implementazione su larga scala

Oggi andremo ad analizzare Aruba Instant (IAP), un sistema di access point in una sottorete di livello 2 e le sue possibilità di implementazione, grazie ai consigli e suggerimenti di John Schaap di Aruba Networks.

Aruba Instant (IAP) è un sistema di punti di accesso in una sottorete di livello 2. Gli IAP sono controllati da un singolo IAP che serve sia da singolo access point che da Virtual Controller (VC) primario, eliminando la necessità di un controller dedicato. Questo sistema può essere implementato attraverso un processo di installazione semplificato, particolarmente adatto ad aziende più piccole o località geograficamente distanti dove non è disponibile un amministratore di rete in loco. Andrà configurato solo il primo Virtual Controller/IAP che si aggiunge alla rete; gli IAP successivi erediteranno tutti le informazioni di configurazione necessarie dal controller.

L’immagine sotto mostra come appare l’interfaccia integrata web based. Si noti che in fondo appare la dicitura “status AirWave non collegato”, il che significa che questo gruppo non è gestito da AirWave o qualsiasi altro metodo esterno come ad esempio la piattaforma di gestione cloud based Aruba Central.

aruba instant 1

Per un basso numero di cluster Aruba Instant IAP questo metodo funziona bene, ma ogni gruppo andrà configurato individualmente.

Quindi diciamo che se avete 5 cluster in esecuzione e volete cambiare qualcosa nella configurazione sarà necessario posizionare il browser su ogni cluster singolarmente e fare il cambiamento.

Qui è dove entra in gioco Instant GUI Config (IGC) in esecuzione su AirWave. IGC può essere utilizzato per gestire e configurare un gran numero (1000+) di Istant Cluster. È necessario definire un gruppo su AirWave e assegnare gli IAP a quel gruppo. Per impostazione predefinita, IGC è disabilitata su un gruppo perciò bisogna modificare “Enable Instant GUI Config” in “Yes”.

aruba instant 2

Il modo migliore per iniziare con IGC è quello di configurare il Virtual Controller di Aruba Instant tramite l’interfaccia web-based integrata.

Configurate la rete WLAN e tutti gli altri dettagli necessari e verificate che tutto funzioni come previsto. Il primo Virtual Controller che viene aggiunto a AirWave richiede l’autorizzazione manuale tramite shared secret per garantire la sicurezza. Insieme al shared secret, il VC invia un’Organization String che inizializza e organizza automaticamente gli IAP in AirWave.

Ci sono tre diversi metodi per aggiungere il VC a AirWave. Ogni metodo ha bisogno dei seguenti parametri: Organizzazione, AirWave IP, e Pre-Shared Key. L’Organization String può essere gerarchica e definire sottocartelle.

  1. Manualmente nell’interfaccia web-based integrata

aruba instant 3

  1. Automaticamente tramite DHCP (opzione 43 e 60)
  • opzione 60 testo “ArubaInstantAP”
  • opzione 43 testo “instant: Cluster-B, 192.168.1.202, aruba123”

 

  1. Automaticamente attraverso Aruba Activate

aruba instant 4

Il primo VC che si connetterà a AirWave creerà un Utente, Ruolo, Gruppo e Cartella e sarà visualizzato come Nuovo Dispositivo. Sarà quindi necessario selezionare il dispositivo e aggiungerlo a AirWave. Non ci sarà bisogno di selezionare il gruppo / cartella del dispositivo perché viene fatto automaticamente controllando l’Organization String.

A questo punto l’altro Virtual Controller che deve entrare a far parte di questo stesso gruppo può essere aggiunto a Airwave utilizzando uno dei tre metodi descritti in precedenza. I VC saranno automaticamente aggiunti ai corretti Gruppo e Cartella e riceveranno automaticamente la loro configurazione, quindi questo è ciò che intendiamo quando parliamo di Zero Touch Provisioning di Instant VC.

La configurazione IGC è gerarchica perciò si possono trovare i parametri configurabili in “Main” e anche nelle stesso cluster (Cluster-A e Cluster-B nell’esempio). I parametri modificati in “Main” saranno riportati su tutti i cluster IAP presenti in questo gruppo. I parametri modificati sul singolo livello cluster IAP hanno una priorità più alta in modo che ciò che viene configurato qui sovrascriverà ciò che è stato configurato a livello di “Main”.

Questo passaggio richiederà un paio di minuti perché l’IGC deve attendere un access point per il check-in. Ogni gruppo IAP farà un controllo all’interno dell’IGC attraverso la creazione di una sessione HTTPS. Questo è in contrasto con come sono stati configurati da AirWave i controller e gli switch cablati perché utilizzano un modello push in cui AirWave avvia la sessione via SNMP, SSH o Telnet.

I dispositivi IAP che eseguono versioni firmware differenti non possono risiedere nello stesso gruppo. Ogni gruppo può includere solo i dispositivi con la stessa versione del firmware. Sarà possibile poi modificare quale versione il gruppo debba supportare seguendo quanto mostrato nel seguente screenshot.

aruba instant 5

Per maggiori informazioni sulle migliori configurazioni per Aruba Instant, contattaci.

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Aruba Networks, AXIS, Milestone e WatchGuard: un ecosistema per la videosorveglianza https://www.elmat.com/blog/un-ecosistema-per-la-videosorveglianza/ https://www.elmat.com/blog/un-ecosistema-per-la-videosorveglianza/#respond Mon, 18 Apr 2016 09:54:58 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=816 L’evento per i partner italiani di HP sarà per Elmat l’occasione per mostrare dal vivo un sistema integrato per la sicurezza fisica e informatica Il 20 e 21 aprile al Palacongressi di Rimini si terrà l’HPE Italian Partner Conference e noi di Elmat, come distributori Aruba Networks (società di HP) saremo presenti all’interno dell’Area Distributori...

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L’evento per i partner italiani di HP sarà per Elmat l’occasione per mostrare dal vivo un sistema integrato per la sicurezza fisica e informatica

Il 20 e 21 aprile al Palacongressi di Rimini si terrà l’HPE Italian Partner Conference e noi di Elmat, come distributori Aruba Networks (società di HP) saremo presenti all’interno dell’Area Distributori con uno stand molto particolare che rappresenterà un ecosistema per la videosorveglianza e la sicurezza professionale. Un vero e proprio sistema complesso che integrerà il meglio delle tecnologie dai brand leader dei settori videosorveglianza, sicurezza e networking: AXIS, WatchGuard, Milestone e Aruba.

La proposta di ecosistema per la sicurezza che presenteremo a Rimini intende dimostrare l’enorme potenziale in termini di offerta dato dalla totale integrazione e scalabilità delle soluzioni proposte.

ecosistema per la videosorveglianza 2

Lo stand Elmat all’HPE Italian Partner Conference di Rimini: mostriamo dal vivo il funzionamento di un sistema integrato per la videosorveglianza

Ecosistema per la videosorveglianza/1: le telecamere AXIS

A titolo esemplificativo dunque presenteremo una soluzione “ideale” che vedrà come elemento di partenza del flusso dati per le telecamere AXIS, con i modelli P1435 e P1365, che grazie alla loro capacità di gestire più flussi video PTZ in più finestre, verranno integrate con la pluripremiata piattaforma Milestone XProtect.

Ecosistema per la videosorveglianza/2: la piattaforma VMS Milestone XProtect

Con il supporto per telecamere illimitate, XProtect Professional è un software di gestione video (VMS) completo su piattaforma aperta per impianti di dimensioni medie con più edifici. La piattaforma Milestone dunque integra tutte le funzionalità avanzate delle telecamere Axis e ne permette una gestione centralizzata.

Ecosistema per la videosorveglianza/3: gli access point Aruba Networks

I flussi video e dati così acquisiti verranno poi integrati con le soluzioni Aruba Networks ARU-IAP-205-RW e ARU-IAP-275-RW per una fornitura più affidabile di connettività wireless per i dispositivi mobili, smartphone e tablet, con i quali gli operatori della sicurezza possono monitorare gli eventi critici in diretta e visualizzare all’istante le registrazioni.

Ecosistema per la videosorveglianza/4: i Firebox WatchGuard

Alla fine di questo nostro percorso all’interno di un ecosistema virtuoso per la sicurezza a 360° incontreremo la soluzione WatchGuard Firebox T30 che – grazie alla velocità del suo firewall fino a 1.2 Gbps, al nuovo standard wireless 802.11/ac, alla tecnologia RapidDeploy che riduce drasticamente i tempi di installazione e le relative spese e l’interfaccia utente via web – permette di mettere in totale sicurezza i flussi di dati tra le videocamere Axis e la piattaforma software Milestone.

È importante sottolineare che un ecosistema sicuro come quello appena descritto è realizzabile con qualsiasi telecamera AXIS, qualsiasi Firewall WatchGuard etc. Qui abbiamo elencato a titolo esemplificativo ciò che mostreremo all’evento HP del 21 e 22 aprile, ma non ci sono limiti alle potenzialità di utilizzo di questi sistemi complessi, né alle esigenze di business cui sono in grado di rispondere.

Chiunque fosse interessato a questa o a simili configurazioni e strutture può contattarci e parlare direttamente con un nostro esperto per valutare la soluzione per la sicurezza più adatta alle proprie esigenze.

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Progettazione WLAN: Breaking Point e integrazione https://www.elmat.com/blog/progettazione-wlan-breaking-point-e-integrazione/ https://www.elmat.com/blog/progettazione-wlan-breaking-point-e-integrazione/#respond Mon, 07 Mar 2016 14:26:41 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=729 Eccoci con il quarto e ultimo appuntamento dell’approfondimento sulla capacità del WLAN e su come fare per misurarla al fine di progettare un’architettura di rete efficiente, realizzato grazie agli articoli dell’Airheads Community di Aruba Networks. Per ricostruire il percorso che ci ha portati fin qui vi consigliamo di leggere i 3 precedenti post – WLAN: capire...

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Eccoci con il quarto e ultimo appuntamento dell’approfondimento sulla capacità del WLAN e su come fare per misurarla al fine di progettare un’architettura di rete efficiente, realizzato grazie agli articoli dell’Airheads Community di Aruba Networks. Per ricostruire il percorso che ci ha portati fin qui vi consigliamo di leggere i 3 precedenti post – WLAN: capire limiti e velocità, Reti WLAN: l’utilizzo del tempo di trasmissione e Progettazione WLAN: l’interferenza Co-Channel.

Per concludere il nostro viaggio alla scoperta del design di rete, analizziamo insieme gli ultimi due elementi cui prestare attenzione: il Breaking Point e l’equilibrio nell’integrazione.

Progettazione WLAN: il Breaking Point

progettazione_WLAN

Utilizzo della rete e ritrasmissioni per fotogramma per ogni categoria di accesso EDCA (Fonte: Comsis)

Dal momento che l’utilizzo del tempo di trasmissione è la metrica chiave che determina il benessere della WLAN, abbiamo bisogno di conoscere il breaking point in cui la quantità utilizzata del tempo di trasmissione dei risultati abbassa le prestazioni delle applicazioni e peggiora l’esperienza utente. Il breaking point varia, ma si basa sui requisiti di latenza delle applicazioni e sulla gestione del WMM conteso per le diverse code QoS. La latenza è fortemente dipendente dal numero di collisioni e ritrasmissioni che serve per realizzare con successo una struttura wireless.

Durante la progettazione di una rete WLAN bisogna identificare quale insieme di applicazioni sono o saranno in uso sulla rete e, quindi, quale punto di rottura del tempo di trasmissione è applicabile:

  • Le applicazioni di dati sono più tolleranti di ritrasmissioni frame in quanto non richiedono l’interazione in tempo reale. Il best effort del WMM avviene laddove vengono gestite la maggior parte delle applicazioni dati, dove una capacità di trasporto iniziale di grandi dimensioni, può ospitare più utenti simultanei con maggiore utilizzo del tempo di trasmissione prima della ritrasmissione e prima che le prestazioni inizino a peggiorare. L’80% di utilizzo tempo del trasmissione è una buona soglia da utilizzare per reti WLAN che supportano solo le applicazioni dati.
  • Le applicazioni in tempo reale come voce e video non-buffered o interattivi hanno requisiti di latenza più esigenti. Il WMM voce e video instrada questo tipo di traffico, in code di politiche QoS ad alta priorità, perciò ha una soglia di utilizzo del tempo di trasmissione più bassa prima che le trasmissioni tra gli utenti inizino ad andare in collisione con conseguenti ritrasmissioni, picchi di latenza e prestazioni delle applicazioni scadenti. Il 35% di utilizzo del tempo di trasmissione è una buona soglia da utilizzare quando la rete WLAN supporta solo applicazioni voce e video, il che è raro. Più comunemente si avrà a che fare con reti WLAN con voce di sostegno e un mix di applicazioni voce e dati, come descritto di seguito.
  • Le reti miste supportano sia applicazioni voce che dati. Pertanto la soglia di utilizzo del tempo di trasmissione da utilizzare sarà una miscela dei migliori QQQoS, vocali e video. Il 50% di utilizzo del tempo di trasmissione è una buona soglia da utilizzare per una rete WLAN a utilizzo misto.

Progettazione WLAN: l’integrazione nel WLAN design

La progettazione di una WLAN dovrebbe essere affrontata con l’accento sullo sviluppo di un design equilibrato, con fornitura di livelli di copertura e capacità adeguati. Un design equilibrato tenta di stabilire una capacità adeguata per soddisfare una domanda in crescita, evitando di esagerare nella previsione della capacità per non incorrere in costi eccessivi. Questo approccio richiede un’attenta analisi dei requisiti di capacità al fine di determinare il numero adeguato di punti di accesso, per soddisfare sia la domanda attuale che quella futura. La frequenza di riutilizzo è di importanza critica durante la pianificazione RF per garantire che la densità degli AP richiesti possa essere implementata con successo senza causare un’interferenza Co-Channel significativa (CCI). Un design equilibrato sa adattarsi alla maggior parte delle reti WLAN moderne e consente di aumentare la densità dei dispositivi e l’intensità del traffico sulla rete WLAN, ma deve anche tener conto dei vincoli di bilancio e del ritorno sull’investimento.

La pianificazione corretta della capacità dev’essere abbinata alla pianificazione della copertura RF, per determinare la giusta quantità di punti di accesso per una rete WLAN, nonché come dovrebbe essere attuata entro un determinato spazio fisico utilizzando il corretto posizionamento degli AP, la selezione dell’antenna, gli schemi di copertura e la frequenza di riutilizzo. La pianificazione della copertura RF e della capacità WLAN richiedono diversi metodi di previsione e misurazione, che dovranno essere collegati tra loro in modo coerente così da ottenere un risultato positivo. Entrambi i requisiti di copertura e capacità dovrebbero essere previsti come parte del processo di progettazione WLAN e fusi insieme per fornire un progetto finale della WLAN. Gli architetti di rete, nel progettare una reta WLAN, non devono fare affidamento esclusivamente sulla pianificazione della copertura o su quella della capacità, ma usare entrambi i processi insieme.

progettazione_WLAN_2

In alcuni ambienti, i requisiti di capacità determineranno più Access Point (su canali non sovrapposti) di quelli richiesti basandosi esclusivamente su esigenze di copertura RF. In altri ambienti, accadrà il contrario. In ambienti ad alta densità le prestazioni per utente potranno essere limitate a causa dello spettro RF e delle limitazioni CCI. La raccomandazione per gli architetti di rete è dunque di eseguire la misurazione della capacità WLAN e la pianificazione della copertura in parallelo e in un processo iterativo, bilanciando le esigenze di entrambi prima della decisione finale.

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Aruba ClearPass https://www.elmat.com/blog/aruba-clearpass/ https://www.elmat.com/blog/aruba-clearpass/#respond Tue, 26 Jan 2016 16:48:09 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=680 L’Access Management System che semplifica e protegge l’accesso alla rete da mobile Oggi parleremo di una delle soluzioni Aruba Networks di maggior successo – la piattaforma ClearPass per la gestione delle identità e degli accessi dei vari dispositivi attraverso qualsiasi infrastruttura di rete: cablata, wireless e VPN – e presenteremo il programma della giornata di approfondimento...

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L’Access Management System che semplifica e protegge l’accesso alla rete da mobile

Oggi parleremo di una delle soluzioni Aruba Networks di maggior successo – la piattaforma ClearPass per la gestione delle identità e degli accessi dei vari dispositivi attraverso qualsiasi infrastruttura di rete: cablata, wireless e VPN – e presenteremo il programma della giornata di approfondimento che Elmat le dedica il 3 febbraio a Padova.

Grazie ai protocolli RADIUS, SNMP e TACACS +, ClearPass applica automaticamente le politiche di accesso degli utenti e degli endpoint non appena i dispositivi si connettono alla rete. Il risultato è un accesso alla rete coerente e sicuro in grado di soddisfare le necessità del BYOD aziendale.

Aruba ClearPass supporta gli utenti nelle diverse sedi, in locale come in remoto, indipendentemente dal dispositivo di rete, proprietà o metodo di connessione.

La piattaforma di gestione ClearPass ospita anche una varietà di moduli software che rilasciano ampie funzionalità, compresi l’onboarding, la profilatura e l’accesso ospite.

Perché Aruba ClearPass è differerente

ClearPass fornisce in maniera centralizzata l’esecuzione delle politiche di gestione che include la valutazione completa di profilatura del dispositivo e della posizione. I privilegi di accesso alla rete possono essere concessi in base al ruolo dell’utente, al tipo di dispositivo, alla funzionalità dell’endpoint, della location, dell’ora del giorno e molto altro. In questo modo ogni dipendente, usando un dispositivo di proprietà aziendale, può avere accesso ad una maggiore quantità di dati sensibili rispetto a quanti ne avrebbe se collegato alla stessa rete dal proprio dispositivo.

La piena funzionalità dei servizi AAA, RADIUS e TACACS + fornisce autenticazione integrata, autorizzazione e gli accounting necessari con un accesso wireless o via cavo più sicuro.

La posizione dettagliata dell’endpoint e il controllo della funzionalità garantisce che tutti i dispositivi basati su Windows, Mac OS X, Linux e Android siano in esecuzione con le applicazioni richieste di anti-virus, anti-spyware e firewall. Le funzionalità avanzate controllano l’utilizzo di peer-to-peer, dispositivi di archiviazione USB, macchine virtuali (VM) applicazioni e servizi di riparazione automatica.

Semplicità senza precedenti

La capacità di definire facilmente le policy e controllare l’accesso da un piattaforma centrale, elimina la necessità di implementare e gestire molteplici e diversi sistemi di policy, rafforzando l’architettura della sicurezza globale dell’azienda.

Grazie alla fornitura di un’unica piattaforma per gestire in modo efficiente l’accesso alla rete e l’autorizzazione per utenti e dispositivi, garantendo l’integrità dell’endpoint per proteggere le risorse di rete, ClearPass Policy Manager diventa un prezioso alleato per le operazioni di sicurezza e di risoluzione dei problemi.

aruba_clearpass_2

Le caratteristiche principali di Aruba ClearPass

  • La comunicazione ou-of-band elimina l’impatto sulle prestazioni di rete e la scalabilità
  • L’intuitiva interfaccia web semplifica le policy di configurazione e risoluzione dei problemi
  • La politica di simulazione e monitoraggio permette la sperimentazione delle policy prima della distribuzione
  • Accesso di utenti e dispositivi in tempo reale con tracciabilità di ogni autenticazione
  • Ampia visibilità delle attività degli utenti, delle autenticazioni e dei fallimenti
  • Riutilizzo dei pacchetti di policy che semplifica la creazione di nuovi servizi di autenticazione

Aruba ClearPass con Elmat

Mercoledì 3 Febbraio 2016 a Padova Elmat dedicherà una giornata all’approfondimento della soluzione ClearPass di Aruba Networks. Verranno mostrati i vantaggi e le molteplici funzionalità, come ad esempio l’onboarding, la profilatura e l’accesso ospite.

Sarà inoltre possibile assistere ad una Demo Live e vedere quindi ClearPass in azione.

L’incontro è riservato ad un numero limitato di aziende in modo da poter approfondire al meglio eventuali domande e dubbi sulla soluzione.

Il programma della giornata

  • 09:00 – 09:30 Accoglienza e registrazione partecipanti
  • 09:30 – 10:30 Introduzione a ClearPass: funzionalità, dimensionamento, e licensing
  • 10:30 – 11:00 ClearPass Guest: Captive portal e gestione degli utenti
  • 11:00 – 11:15 Coffee break
  • 11:15 – 11:30 Prima sessione di domande
  • 11:30 – 12:00 ClearPass Onboard: gestione dei device dei dipendenti (BYOD)
  • 12:00 – 12:30 ClearPass Onguard: soluzioni NAC
  • 12:30 – 13:00 Demo Live e seconda sessione di domande

Relatore:

Davide Costanigro – System Engineer Aruba Networks

Location:

ELMAT SPA

Via Uruguay, 15

35127 Padova

La partecipazione è gratuita. Per maggiori informazioni in merito all’organizzazione, contatta Luciana Di Luzio l.diluzio@elmat.com.

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Progettazione WLAN: l’interferenza Co-Channel https://www.elmat.com/blog/progettazione-wlan-linterferenza-co-channel/ https://www.elmat.com/blog/progettazione-wlan-linterferenza-co-channel/#respond Wed, 28 Oct 2015 12:28:46 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=534 Per progettare correttamente una rete WLAN è necessario ridurre al minimo l’interferenza Co-Channel In due precedenti post – WLAN: capire limiti e velocità  e Reti WLAN: l’utilizzo del tempo di trasmissione – grazie agli articoli dell’Airheads Community di Aruba Networks, abbiamo iniziato un approfondimento sulla capacità del WLAN e su come fare per misurarla al...

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Per progettare correttamente una rete WLAN è necessario ridurre al minimo l’interferenza Co-Channel

In due precedenti post – WLAN: capire limiti e velocità  e Reti WLAN: l’utilizzo del tempo di trasmissione – grazie agli articoli dell’Airheads Community di Aruba Networks, abbiamo iniziato un approfondimento sulla capacità del WLAN e su come fare per misurarla al fine di progettare un’architettura di rete efficiente.

Nella seconda parte avevamo parlato di come prevedere la capacità di una rete WLAN in fase di progettazione e avevamo esaminato come rispondere in maniera ottimale alla richiesta di tempo di trasmissione di ciascun dispositivo client.

L’interferenza Co-Channel

La seconda maggiore difficoltà da affrontare in fase di progettazione di una rete WLAN è l’interferenza Co-Channel (CCI). Dal momento che le comunicazioni radio sono illimitate, i ricevitori devono tentare di distinguere il segnale in arrivo desiderato da tutti gli altri. Quando esistono più trasmissioni contemporaneamente sulla stessa frequenza è più complicato per i punti di ricezione determinare con precisione il segnale corretto per sincronizzare il proprio circuito e ricevere. Pertanto, per evitare la perdita di segnale in queste situazioni, la maggior parte dei sistemi wireless based opera sia in half-duplex (esempio: Wi-Fi) sia in modalità simplex (esempio: FDD). Nel caso del Wi-Fi significa che le stazioni devono rinviare la trasmissione se rilevano una trasmissione Wi-Fi in corso sulla frequenza.

La cosiddetta Co-Channel Interference (CCI) deriva dalla necessità di riutilizzare le stesse frequenze radio (canali) all’interno di una distribuzione WLAN multi-AP a causa delle limitate risorse dello spettro con cui abbiamo a che fare. Lo stesso discorso vale per le WLAN che si trovano nello stesso raggio d’azione e con le frequenze sovrapposte a causa della mancanza di coordinamento o di risorse di spettro limitate. Quando è presente una CCI, molteplici radio AP hanno aree di copertura sovrapposte e inducono le stazioni Wi-Fi a rinviare le trasmissioni oltre i confini AP. In questo modo la trasmissione in una cella AP provoca ritardo di ricezione in una cella AP adiacente. Il risultato è che le due celle AP condividono su larga scala il tempo di trasmissione disponibile e la capacità.

È facile immaginare come per progettare correttamente una rete WLAN sia necessario ridurre al minimo la CCI. Per far ciò per prima cosa bisogna sapere che cos’è la soglia RSSI, dove una stazione Wi-Fi può correttamente riconoscere, sincronizzare e decodificare la struttura del frame e l’intestazione PLCP (intestazione livello fisico).

Purtroppo questo varia in base ai chipset e al design del dispositivo. Genericamente, le strutture dei frame PLCP possono essere decodificate a livello di ricezione di sensibilità (Rx) del dispositivo Wi-Fi dalla velocità dei dati utilizzata per codificare il preambolo. Le intestazioni PLCP sono codificate a velocità di trasmissione basse sulla base delle specifiche PHY come segue:

802.11b con lunghi preamboli = 1 Mbps
802.11b con brevi preamboli = 2 Mbps
802.11a / g / n / ac (OFDM) = 6 Mbps

Il livello di sensibilità Rx, per molti chipset a queste velocità di trasmissione dati, può essere molto basso, tra un range di -90 a -99 dBm (a volte anche meno per gli AP). Ciò può comportare che la CCI venga rilevata da trasmissioni molto distanti, causando ritardo di ricezione e la perdita di tempo di trasmissione e capacità. Alcuni dispositivi Wi-Fi, principalmente gli AP, hanno anche soglie di sensibilità CCA artificiali che possono essere configurate per ignorare le trasmissioni al di sotto di un determinato livello di segnale che è superiore alla sensibilità Rx del dispositivo, riducendo gli effetti negativi della CCI da trasmettitori distanti.

A questo punto i lettori esperti potrebbero domandarsi: «perché, per prima cosa, non limitarsi a progettare il dispositivo con una più bassa sensibilità Rx?». La risposta è perché è preferibile che la sensibilità Rx rimanga alta per migliorare la ricezione dei frame con qualsiasi velocità di trasmissione dati, tra cui anche velocità di trasferimento dati più elevate, migliorando le velocità fuori scala su tutta la linea. Migliorare la sensibilità Rx è in genere positivo e serve a migliorare le prestazioni.

Lo standard IEEE 802,11-2012 definisce anche una soglia del segnale per la sensibilità CCA e il differimento, che è -82 dBm per PHY OFDM (802.11a / g / n / ac). Questo livello è anche una soglia artificiale comune negli Access Point. Pertanto i professionisti del WLAN solitamente progettano le reti in modo da ridurre al minimo il CCI con un limite di cella di -82 dBm. È importante capire fino a che punto un segnale RF viaggia oltre l’area di copertura desiderata (ad esempio -66 dBm). Il grafico qui sotto aiuta a visualizzare questa distanza, che è il risultato della legge dell’inverso del quadrato, in cui si afferma che ogni raddoppio della distanza in uno spazio libero risulta in 1/4 ° della potenza del segnale ricevuto, o -6 dB. L’effetto pratico è che la CCI può benissimo causare il differimento della CCA, il tempo di trasmissione e la capacità condivisa fino ad 8 volte di distanza dall’ AP come il range di associazione client desiderato!

interferenza_co-channel

Grafica per gentile concessione di Aruba Networks

La mancanza di mitigazione CCI è una delle principali fonti di capacità ridotta sulle moderne reti Wi-Fi. Spesso gli architetti di rete riconoscono la necessità di una maggiore capacità, ma non tengono conto degli effetti negativi di interferenza co-canale (CCI) che riduce in modo importante la capacità. Quando si progetta una rete WLAN, quindi, è fondamentale pianificare la giusta quantità di AP, il loro posizionamento, le antenne, la larghezza del canale AP, l’utilizzo dei canali di DFS (che influenza il numero di canali disponibili per il riutilizzo di frequenza), la soglia di copertura di associazione, la sovrapposizione degli AP per il roaming, il riuso di frequenza e la limitazione CCI. Con l’installazione di troppi Access Point o con una non adeguata attuazione di un piano di frequenze di riutilizzo, la CCI aumenterà e la capacità effettiva sulla WLAN diminuirà a causa dell’aumento dell’overhead proveniente dalla gestione e dal controllo del traffico. Inoltre la capacità scende ulteriormente a causa del maggior numero di client connessi agli AP sulla frequenza per l’aumento medio dell’ RSSI / SNR attraverso un’area di copertura più ampia, che porta in competizione più stazioni per il tempo di trasmissione del canale condiviso. Come parte del processo di progettazione, se si vuole ridurre al minimo la CCI, va presa in considerazione anche la disabilitazione radio, in particolare nella banda dei 2,4 GHz e lo standard de-facto degli AP dual-radio con bande di frequenza fissa.

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Reti WLAN: l’utilizzo del tempo di trasmissione https://www.elmat.com/blog/reti-wlan-lutilizzo-del-tempo-di-trasmissione/ https://www.elmat.com/blog/reti-wlan-lutilizzo-del-tempo-di-trasmissione/#respond Thu, 10 Sep 2015 10:24:14 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=481 Come utilizzare il tempo di trasmissione come metrica fondamentale per valutare la salute di una rete WLAN? In un precedente post, grazie agli articoli dell’Airheads Community di Aruba Networks, avevamo iniziato un approfondimento sulla capacità del WLAN e su come fare per misurarla al fine di progettare un’architettura di rete efficiente. Il primo elemento emerso...

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Come utilizzare il tempo di trasmissione come metrica fondamentale per valutare la salute di una rete WLAN?

In un precedente post, grazie agli articoli dell’Airheads Community di Aruba Networks, avevamo iniziato un approfondimento sulla capacità del WLAN e su come fare per misurarla al fine di progettare un’architettura di rete efficiente.
Il primo elemento emerso è la necessità di individuare delle metriche di base per misurarne la salute: per reti cablate e wireless le metriche fondamentali sono la larghezza di banda – flusso – e la latenza.

WLAN_Aruba_2

L’utilizzo dell’airtime (o utilizzo del canale) è influenzato da due fattori principali: l’interferenza RF esterna (energia non Wi-Fi) e la media del traffico sulla rete (trasmissioni Wi-Fi). Per quanto riguarda l’interferenza RF esterna il discorso è abbastanza semplice: l’energia al di sopra della soglia di CCA ED (Clear Channel Assessment, Detection Energia) determina stazioni Wi-Fi per rilevare la media del segnale occupato e ritarda la trasmissione, consumando quindi tempo di trasmissione disponibile dal punto di vista della stazione Wi-Fi. Inoltre, l’energia al di sotto della soglia CCA ED può aumentare il rumore e ridurre il SNR conseguente all’utilizzo di tassi di dati più bassi e tassi di ritrasmissione eventualmente superiori.

Il concetto di condivisione nel protocollo 802.11 (media del traffico) necessita di qualche spiegazione in più: è meno empiricamente misurabile e richiede una maggiore attenzione se si vuole pianificare con successo la progettazione di una rete WLAN.

Possiamo classificare le fonti delle richieste delle condivisioni del protocollo 802.11 in due grandi categorie. Se ci sono due limiti di cui dobbiamo essere consapevoli nelle connessioni Wi-Fi, sono questi due:

  • La domanda di airtime: ovvero il tempo di trasmissione richiesto dalle stazioni a un individuo nella cella radio AP
  • L’interferenza Co-Channel (CCI): l’utilizzo del tempo di trasmissione che risulta dalla connessione Wi-Fi condivisa da tutte le stazioni (AP e client) sulla stessa frequenza o canale su più celle radio AP

I due risultati hanno fondamentalmente lo stesso effetto, ma vanno affrontati in modo diverso all’interno del processo di progettazione WLAN. La domanda di airtime viene risolta attraverso la pianificazione della capacità, mentre il CCI viene risolto attraverso una pianificazione di copertura.

La domanda di tempo di trasmissione

La prima grande fonte della qualità del servizio è la richiesta del tempo di trasmissione all’interno di una singola cella radio AP. In poche parole, è la quantità di tempo di trasmissione richiesto da tutti i client con diverse funzioni che eseguono una varietà di applicazioni e che sono collegati a un singolo canale radio AP.

I professionisti del Wi-Fi possono cadere nella trappola – esattamente come chi è alle prime armi – nel pensare di indovinare il numero di client che un unico AP dovrebbe essere progettato a supportare o, peggio ancora, possono decidere quanti access point sono necessari sulla base dei metri quadri utilizzando una regola empirica. Questi metodi obsoleti per la progettazione del WLAN hanno portato a previsioni che non riflettono in modo accurato la domanda di capacità e destinazione d’uso della rete.
Spesso le reti WLAN sono progettate con pochi access point, seguendo una metodologia antiquata di progettazione orientata alla copertura, oppure viceversa con troppi access point perché non è stata eseguita la pianificazione della capacità, la metodologia di pianificazione della capacità utilizzata è stata imprecisa, o perché si è deciso di seguire la convinzione (errata) che la distribuzione di più access point si sarebbe semplicemente tradotta in una maggiore capacità.

Come prevedere la capacità di una rete WLAN

La capacità di una rete WLAN è fortemente condizionata dall’interazione tra l’infrastruttura e i dispositivi client, con la capacità di ognuno di essi di plasmare direttamente le prestazioni di una rete che si basa su un tempo di trasmissione comune. Non esistono due reti WLAN simili tra loro a causa del mix unico di access point e della miriade di diversi tipi di dispositivi client che ognuna ha. Pertanto, la misura della capacità del WLAN determina la richiesta di tempo di trasmissione di tutte le stazioni della rete WLAN in base alle loro quantità, capacità, e destinazioni d’uso (requisiti di applicazione, utente e/o il comportamento del dispositivo).

Da queste misurazioni, insieme ad altre caratteristiche ambientali, si può ricavare una previsione di capacità che descrive il numero di radio Wi-Fi operanti su canali non sovrapposti (per minimizzare CCI) nella stessa area fisica e necessari per soddisfare i requisiti di throughput di tutti i dispositivi client.

WLAN_Aruba_2_a

Il tempo di trasmissione richiesta da ciascun dispositivo client si ottiene dividendo la capacità di throughput del dispositivo per il throughput dell’applicazione richiesta. Bisogna fare attenzione ad utilizzare stime realistiche di throughput dei dispositivi, pensate sulla capacità che i dispositivi potranno effettivamente sperimentare su tutta la rete WLAN; bisogna invece evitare di utilizzare come stima i picchi di velocità pensati su ipotetici scenari ideali. La domanda di tempo di trasmissione è quindi la somma delle richieste simultanee di tutti i dispositivi client sulla WLAN, ripartita tra le frequenze di banda. In questo modo è possibile determinare la giusta quantità di access point e radio da distribuire e ottenere una previsione attendibile della capacità richiesta sulla WLAN.

La chiave per prevedere la capacità della rete WLAN è ridurre la media dei tempi di condivisione tra dispositivi client in piccoli gruppi sui canali non sovrapposti, in modo che ogni client possa raggiungere il livello di throughput necessario per un’esperienza utente ottimale. Come illustrato nel grafico sottostante, l’obiettivo è quello di trovare il giusto numero di radio AP che verrà segmentato tra gli utenti in diversi domini di collisione, piuttosto che sovraccaricare i canali radio AP. Il breakout o il rapporto delle radio da 5 GHz a 2,4 GHz è del resto di fondamentale importanza dal momento che i 5 GHz offrono un significativo aumento dei canali e della capacità.

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WLAN: capire limiti e capacità https://www.elmat.com/blog/wlan-capire-limiti-e-capacita/ https://www.elmat.com/blog/wlan-capire-limiti-e-capacita/#respond Fri, 17 Jul 2015 09:14:50 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=410 Su Airheads Community, la risorsa di informazione online di Aruba Networks, è stata di recente pubblicata la quarta e ultima parte di un approfondimento dedicato alla capacità del WLAN. Qui il primo, secondo e terzo post. Con l’evoluzione del BYOD e del telelavoro gli accessi alle reti aziendali stanno sempre più cambiando fisionomia. Qui ci...

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Su Airheads Community, la risorsa di informazione online di Aruba Networks, è stata di recente pubblicata la quarta e ultima parte di un approfondimento dedicato alla capacità del WLAN.

Qui il primo, secondo e terzo post. Con l’evoluzione del BYOD e del telelavoro gli accessi alle reti aziendali stanno sempre più cambiando fisionomia.

Qui ci interessa soffermarci su quest’ultimo approfondimento di Aruba Networks per capire meglio come ottimizzare le risorse delle connessioni WLAN, in particolare per migliorare l’efficienza delle reti aziendali.

Sulla necessità di connessioni WLAN performanti siamo tutti d’accordo, ma per ottenerle spesso è necessario spingere la rete al limite. Però quali sono questi limiti? E come sappiamo se ci siamo arrivati? E, più importante ancora, come si fa a progettare e realizzare reti Wi-Fi che riescano a raggiungere questi limiti?

Come misurare la capacità del WLAN aziendale?

La capacità può essere definita come la quantità di tempo disponibile per le stazioni di trasmettere e ricevere dati. O, per dirla in altro modo, la capacità disponibile la si ricava misurando la capacità utilizzata e invertendola. La domanda allora diventa, come faccio a misurare l’utilizzo della rete?

Al fine di progettare, misurare e valutare le prestazioni di una rete WLAN, abbiamo bisogno di capire le metriche chiave che ne definiscono la salute. Nelle reti cablate e wireless, allo stesso modo, le metriche chiave sono la larghezza di banda (più precisamente ‘flusso’) e la latenza.
Quello che differenzia principalmente le reti cablate dalle reti wireless è che nelle prime sia il throughput che la latenza corrispondono direttamente all’utilizzo del collegamento; una connessione cablata funziona a pieno-duplex con un’unica velocità fissa, che consente prevedibilità e una correlazione diretta tra throughput e latenza di utilizzo del collegamento. Quindi su reti cablate usiamo il throughput e la latenza come metriche per valutare direttamente la salute della rete.

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Nelle reti wireless invece, la connessione è half-duplex e opera con una velocità di trasferimento dati variabili a seconda della combinazione di funzionalità AP, funzionalità client, e fattori ambientali come l’RSSI, SNR e multipath.

Pertanto, non vi è alcuna correlazione diretta tra throughput e utilizzo del collegamento. Per esempio, prendiamo tre diversi clienti che hanno bisogno della stessa velocità di 10 Mbps: un portatile di fascia alta può determinare il 4% di utilizzo airtime, un tablet il 10% di utilizzo del tempo di trasmissione, e uno smartphone il 25%. Chiaramente in questo caso il throughput non è una buona misura del WLAN o della sua salute. Il mix di clienti e applicazioni su una rete determina l’utilizzo del tempo di trasmissione sulla rete e le conseguenti prestazioni di throughput e latenza della connessione WLAN. I professionisti del WLAN devono concentrarsi sull’utilizzo del tempo di trasmissione per poter realmente valutare l’utilizzo della rete, la capacità disponibile e la salute della rete stessa.

Nel prossimo post parleremo dell’utilizzo dell’Airtime come metrica fondamentale per valutare la salute di una rete WLAN.

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