Wireless Archivi https://www.elmat.com/blog/category/wireless/ Sat, 19 Mar 2022 10:31:24 +0000 it-IT hourly 1 https://blog.elmat.com/wp-content/uploads/2019/07/cropped-favicon-32x32.jpg Wireless Archivi https://www.elmat.com/blog/category/wireless/ 32 32 Case study: come compiere l’impresa di dare connettività a un intero stabilimento balneare https://www.elmat.com/blog/case-study-come-compiere-limpresa-di-dare-connettivita-a-un-intero-stabilimento-balneare/ https://www.elmat.com/blog/case-study-come-compiere-limpresa-di-dare-connettivita-a-un-intero-stabilimento-balneare/#respond Sat, 19 Mar 2022 10:31:24 +0000 https://www.elmat.com/blog/?p=3382 Grazie alla formazione realizzi i progetti più sfidanti. Come system integrator sai bene che le complessità nella realizzazione dei nuovi progetti sono tante. Molte sono di natura tecnica e spesso sono legate proprio alle peculiarità del cliente e alle sue esigenze. Un progetto sfidante sulla costa adriatica È il caso, per esempio, di Bibione Mare...

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Grazie alla formazione realizzi i progetti più sfidanti.

Come system integrator sai bene che le complessità nella realizzazione dei nuovi progetti sono tante. Molte sono di natura tecnica e spesso sono legate proprio alle peculiarità del cliente e alle sue esigenze.

Un progetto sfidante sulla costa adriatica

È il caso, per esempio, di Bibione Mare spa, un’azienda in provincia di Venezia che offre numerose strutture turistiche, tra cui villaggi, campeggi, stabilimenti balneari, residence, alberghi e strutture portuali. L’esigenza del cliente si è evoluta nel tempo, concretizzandosi nella volontà di portare la connettività ovunque e a un livello adeguato per consentire ai turisti di essere sempre connessi. La sfida, dunque, è stata  passare da un servizio Wi-Fi limitato solo ad alcune zone e strutture, alla copertura capillare di ogni zona: dall’unità abitativa, alla sdraio in riva al mare, fino al ristorante, bar o piscina. Inoltre Bibione Mare ha richiesto che l’ospite debba inserire solo all’inizio della vacanza il codice voucher individuale presente nel modulo check-in e ha voluto aggiungere un servizio differenziato destinato ai clienti più esigenti (connessione Premium).

Trovare la soluzione alle difficoltà dei progetti

Bibione Mare si è rivolta a Wintech, un system integrator padovano che opera soprattutto nel Nord Italia, fornendo consulenza personalizzata e soluzioni applicative e tecnologiche in ambito IT.

Il system integrator ha saputo rispondere senza indugio alle esigenze del cliente grazie alla conoscenza accurata dei prodotti per la connettività wireless. La formazione sui prodotti Cambium Networks effettuata con noi di Elmat ha dato a Wintech tutte le conoscenze e le competenze per poter selezionare la soluzione perfetta per affrontare tutte le complessità del progetto.

Le notevoli dimensioni di tutte le infrastrutture hanno reso necessaria l’installazione di una quantità elevata di access point, oltre 430, sia da esterno che da interno. Inoltre, la necessità di una gestione centralizzata e l’integrazione del software gestionale con la console on premises tramite API ha reso chiara la scelta di Cambium Networks, in grado di offrire soluzioni affidabili, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

La realizzazione del progetto

Il progetto Wi-Fi per Bibione Mare con Cambium Networks è nato nella stagione 2018, con la sostituzione graduale dei vecchi access point. Di anno in anno, l’investimento è aumentato, potenziando e incrementando la copertura del servizio. Durante l’alta stagione 2021 sono stati registrati picchi di 4.000 device collegati contemporaneamente e il totale degli ospiti nei campeggi in un’intera stagione ha superato le 700.000 unità.

Nel dettaglio i prodotti utilizzati sono gli access point Cambium della serie cnPilot, E700, E501S, E510 ed E425, mentre la piattaforma di gestione centralizzata è cnMaestro on premises.

La soddisfazione del cliente Bibione Mare è stata alta dal momento che la soluzione scelta da Wintech ha offerto un buon rapporto qualità/prezzo e la semplicità gestionale di cui aveva bisogno. Saper selezionare il prodotto giusto significa dare valore al progetto e fidelizzare il cliente. Senza la profonda conoscenza della soluzione di Cambium Networks, il system integrator non avrebbe potuto valutarne la scelta tra tutti gli impianti wireless professionali, mettendo così a rischio il successo del progetto.

Visita la nostra pagina Corsi per vedere gli eventi di formazioni che noi di Elmat ti proponiamo.

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Progettare un impianto wireless in una scuola https://www.elmat.com/blog/progettare-un-impianto-wireless-in-una-scuola/ https://www.elmat.com/blog/progettare-un-impianto-wireless-in-una-scuola/#respond Wed, 14 Apr 2021 10:29:57 +0000 https://www.elmat.com/blog/?p=3291 Il caso di studio all’Istituto Superiore Marie Curie di Milano La digitalizzazione delle scuole ha subìto un’accelerazione rapida e significativa, oltre che inaspettata a causa dei cambiamenti imposti dalla pandemia. Oggi l’infrastruttura di rete di un istituto scolastico deve offrire prestazioni adeguate: velocità della connessione, sicurezza semplicità di gestione. Noi di Elmat abbiamo contribuito a...

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Il caso di studio all’Istituto Superiore Marie Curie di Milano

La digitalizzazione delle scuole ha subìto un’accelerazione rapida e significativa, oltre che inaspettata a causa dei cambiamenti imposti dalla pandemia. Oggi l’infrastruttura di rete di un istituto scolastico deve offrire prestazioni adeguate: velocità della connessione, sicurezza semplicità di gestione.

Noi di Elmat abbiamo contribuito a realizzare un progetto che parte proprio da queste esigenze. Lo abbiamo fatto insieme a Computer Time, un’azienda informatica nata nel 1995 che si è specializzata nei settori hardware, software e networking, diventando un VAR e un System Integrator con uno specifico focus sulla progettazione e sulla realizzazione di reti wireless ad alte prestazioni per i più disparati settori.

Abbiamo affiancato Computer Time nella fase di progettazione di un impianto wireless in una scuola di Milano: l’Istituto Superiore Marie Curie – Piero Sraffa. L’impianto è stato implementato dal System Integrator nel plesso B dell’istituto.

Impianto Wi-Fi professionale: le necessità della scuola

L’obiettivo è stato chiaro fin da subito: ampliare e migliorare la copertura della rete wireless del plesso B, per mettere a disposizione dei docenti e degli studenti una connessione internet adeguata, sia per la didattica in sede, sia per la didattica a distanza (DAD).

Le problematiche dell’infrastruttura di rete esistente

Insieme a Computer Time abbiamo subito evidenziato i punti deboli della rete esistente:

  • deficit in termini di copertura e di capacità di connessione sul singolo punto di accesso.
  • rallentamenti, difficoltà di connessione, blocchi di applicativi e di streaming video, e difficoltà nel troubleshooting, dovuti anche a dispositivi eterogenei e caratterizzati da differenti tecnologie di connessione.
  • utilizzo di nuovi strumenti aggiuntivi per la didattica, come Google Drive e G Suite.

Così ci siamo posti un obiettivo che è diventato anche una sfida: realizzare un impianto Wi-Fi professionale con il trasporto dei dati verso la fibra a 1 GB, con un carico contemporaneo di oltre 800 connessioni e un’alta densità di accessi.

armadio-cnmatrix

Progettare la rete Wi-Fi professionale dell’Istituto Superiore Marie Curie di Milano

La fase di analisi è stata fondamentale. Studiando la planimetria dell’edificio nella zona B abbiamo rilevato le elevate distanze da coprire e le altissime densità di client connessi.

La nuova rete Wi-Fi professionale dunque, avrebbe dovuto essere in grado di supportare il carico dei dati trasmessi, non solo sul singolo access point. Grazie alle tecnologie di bilanciamento del carico è possibile ottimizzare e sfruttare al meglio la sinergia tra client e antenna. Così, insieme a Computer Time abbiamo deciso di implementare antenne tipo smart che potessero intercettare la richiesta di carico nel loro spazio di azione, collaborando tra loro per offrire un corretto bilanciamento di carico.

Inoltre abbiamo progettato un’infrastruttura di backhauling con velocità superiori a 1 GB

sul singolo punto d’accesso e verso la distribuzione agli switch di core, proprio per gestire la considerevole mole di dati.

Access point e switch professionali: la soluzione Cambium Networks

Le tecnologie Cambium Networks sono la base di questo progetto.

Per la copertura abbiamo utilizzato 8 access point professionali Cambium: XV3 WI-FI 6 ad alta densità con tecnologia 802.11ax, radio Software-Defined 8×8 e velocità dati aggregata a 6 Gbps, dotati di sensore di scansione dedicato e SDR.

Inoltre abbiamo implementato 2 switch professionali Cambium cnMatrix EX2016M-P MultiGigabit (1G/2.5G/5G/10G) con 2 porte 10GbE SFP+ per la connessione alla rete esistente di accesso.

apparato cambium

I vantaggi dell’impianto wireless nella scuola milanese

Le peculiarità della soluzione Cambium Networks ci hanno permesso di vedere subito i benefici della nuova rete Wi-Fi professionale nell’Istituto Marie Curie – Piero Sraffa. La connettività non presenta più blocchi nell’utilizzo degli strumenti per la didattica a distanza.

L’architettura Cambium software-defined e multi-radio ha consentito di migliorare la copertura e

supportare più utenti e dispositivi simultaneamente, aiutandoli a migrare al Wi-Fi 6 senza costi elevati.

Le funzionalità di provisioning e gestione basate su cloud consentono di migliorare significativamente le prestazioni a un costo totale inferiore.

Infine, il management della soluzione è stato realizzato grazie al portale gratuito cnMaestro, di cui abbiamo apprezzato la semplicità d’uso, grazie alla funzione di onboarding dei device.

Ancora una volta la sinergia tra realtà appassionate e soluzioni distintive ha dato vita a un progetto efficiente e innovativo, in grado di sostenere i cambiamenti sempre più repentini dell’evoluzione tecnologica.

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Nuovi progetti per i system integrator: cosa è cambiato con il Coronavirus? https://www.elmat.com/blog/nuovi-progetti-per-i-system-integrator-cosa-e-cambiato-con-il-coronavirus/ https://www.elmat.com/blog/nuovi-progetti-per-i-system-integrator-cosa-e-cambiato-con-il-coronavirus/#respond Wed, 27 May 2020 10:00:31 +0000 https://www.elmat.com/blog/?p=3187 Spunti su come la passione per la tecnologia può aiutarci a vivere meglio questa situazione inaspettata La ricetta giusta per adattarsi al cambiamento non esiste. Però vogliamo raccontarti come l’abbiamo vissuta noi e come la stiamo vivendo proprio per darti qualche spunto in più. Allora partiamo dall’inizio. Tutto ruota intorno a una parola di dieci...

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Spunti su come la passione per la tecnologia può aiutarci a vivere meglio questa situazione inaspettata

La ricetta giusta per adattarsi al cambiamento non esiste. Però vogliamo raccontarti come l’abbiamo vissuta noi e come la stiamo vivendo proprio per darti qualche spunto in più.
Allora partiamo dall’inizio. Tutto ruota intorno a una parola di dieci lettere: tecnologia.

La tecnologia ci ha aiutato durante la fase 1. La tecnologia ci aiuterà anche durante questa fase 2. E siamo sicuri che sarà fondamentale anche nella fase 3.

Durante la fase 1 ci siamo dati un obiettivo che sembrava semplice: non fermarci. Niente di più… difficile. Pur essendo pronti al lavoro da remoto, adattarci è stato laborioso. Ma solo all’inizio. Poi la nostra passione per la tecnologia ha preso il sopravvento e siamo tornati operativi come in ufficio. La passione, insieme alla creatività nel reinventarci in luogo nuovo, sono stati due ingredienti fondamentali per lavorare in fase 1.

Ora siamo in fase 2 e gli ingredienti sono gli stessi. Se prima essere creativi significava trovare il modo di partecipare all’ennesima riunione lasciando il computer al figlio che deve seguire le lezioni, ora essere creativi significa cercare nuove tecnologie e combinarle insieme a quelle che già abbiamo per creare progetti incredibilmente nuovi. Perché “incredibilmente”? Perché sono progetti che quattro mesi fa non pensavamo neanche lontanamente di realizzare.
Tante tecnologie esistenti si stanno trasformando per seguire le esigenze di tutti noi. E tante tecnologie stanno nascendo proprio in questi mesi, pronte a dare man forte alle prime. Pronte a integrarsi con queste ultime in progetti incredibilmente nuovi.

Le telecamere termografiche esistevano già ma ora sono indispensabili per la sicurezza di tutti noi. Ci sono quelle precise che consentono di misurare la temperatura fino a 30 persone in movimento (sono le telecamere termografiche di Hikvision) e quelle associate a un sistema di controllo accessi che consente anche di effettuare il riconoscimento facciale.
In questo caso stiamo parlando di ZKteco, brand che abbiamo iniziato a distribuire proprio durante la fase 1. Qui è la biometria alla base di tutto: insieme al deep learning, il terminale riconosce anche i volti con la mascherina. È il controllo accessi di ZKteco, una tecnologia in continua evoluzione.

Se parliamo di controllo accessi, non possiamo scordare il beneficio del sistema wireless di Simons Voss. Quello che prima era il comfort di aprire una porta senza usare le chiavi, ora si è trasformato nella necessità di aprire una porta senza toccare la maniglia con le mani. Quanto è importante, per esempio, all’interno di una struttura sanitaria?

Queste strutture sono le prime che devono beneficiare di tutto ciò che la tecnologia ci mette a disposizione. In primis, con nuovi impianti Wi-Fi che hanno tutti i vantaggi che servono a far fronte alla fase 2. Ma le soluzioni wireless sono anche parte della tecnologia che ci aiuta a lavorare in smart working. Con il Wi-Fi e il networking siamo tutti collegati nel nome di quel “uniti ma distanti” che tanto ha fatto la differenza in fase 1. Anche in questo caso non siamo di fronte a una tecnologia nuova ma a un uso più intelligente di quest’ultima.

Stesso discorso per la sicurezza informatica. Siamo tutti più connessi e siamo tutti più vulnerabili. Ecco che, oltre alla sicurezza sanitaria, anche quella informatica diventa importante. E finalmente, ci verrebbe da dire. Ora più che mai è indispensabile proteggersi, specie se non si lavora tutti sulla stessa rete, specie se si lavora in smart working.

Videosorveglianza, controllo accessi, Wi-Fi e sicurezza informatica sono tutto ciò che abbiamo per andare avanti e vivere più sicuri. Con tutte le nuove tecnologie in arrivo e quelle che già abbiamo, tu come system integrator, hai un enorme potere: progettare per migliorare la vita di tutti.

Mixa i prodotti, collegali tra di loro, crea finalmente i progetti efficienti che hai sempre voluto creare. Ti basta un pizzico di determinazione, un po’ di coraggio per esplorare nuovi orizzonti e tanta passione per la tecnologia.

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Rete wireless vs rete cablata https://www.elmat.com/blog/rete-wireless-vs-rete-cablata/ https://www.elmat.com/blog/rete-wireless-vs-rete-cablata/#respond Thu, 13 Feb 2020 06:35:58 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2410 Quando progetti un’infrastruttura di rete di uno smart building la prima domanda che ti poni è: rete cablata o rete wireless? Proviamo a rispondere! Pro e contro Le soluzioni cablate risultano meno inclini a interruzioni di connessione e sono poco influenzate da fattori locali (muri, pavimenti, armadi, porte). Rispetto al wireless, dunque, l’affidabilità è più...

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Quando progetti un’infrastruttura di rete di uno smart building la prima domanda che ti poni è: rete cablata o rete wireless? Proviamo a rispondere!

Pro e contro
Le soluzioni cablate risultano meno inclini a interruzioni di connessione e sono poco influenzate da fattori locali (muri, pavimenti, armadi, porte). Rispetto al wireless, dunque, l’affidabilità è più alta e anche la velocità di connessione. Inoltre il cavo è sicuro perché la connessione passa attraverso un mezzo fisico: se qualcuno volesse intercettare i dati, dovrebbe entrare fisicamente nella rete locale. D’altro canto la scalabilità di una rete cablata può non essere così semplice: presuppone una pianificazione e dei costi non indifferenti, considerando che già di per sé il costo di una connessione cablata è sempre maggiore di quella wireless. Infine, la scarsa mobilità di una rete cablata potrebbe creare problemi strutturali nel caso di integrazione con device e sensori senza fili.
Le reti wireless sono, al contrario, facilmente scalabili perché richiedono installazioni e configurazioni semplici e veloci: l’estensione della rete è possibile perché la struttura in cui è implementata non rappresenta in alcun modo un ostacolo. Senza contare che sono anche molto più economiche: non si utilizzano cavi, quindi neanche lavori e manodopera. Di contro, una rete wireless è più soggetta alle interferenze causate dalla vicinanza di dispositivi elettronici e queste interferenze di segnale possono influire sulla velocità di trasmissione dati.
Spesso la soluzione ideale è un ibrido: la connettività con rete cablata e anche wireless. Pensa al tuo progetto di networking: come puoi superare i limiti di entrambi i sistemi? Magari sfruttandone proprio i diversi vantaggi!

Quello che ti consigliamo è di pensare alla pianificazione dell’infrastruttura in base alla natura dei dati che vi passano. Per esempio, puoi costruire una rete cablata all’esterno di uno smart building e una rete wireless al suo interno. Così alzi il livello di sicurezza informatica: previeni gli attacchi hacker emettendo segnali di disturbo intorno al proprio perimetro. La sicurezza di una rete infatti dipende anche e soprattutto dal modo in cui è stata pensata e sviluppata l’infrastruttura di rete.

Come mettere in sicurezza i dispositivi IoT
I dispositivi IoT sono ormai il presente. I dati di Eriksson affermano che nel 2019 i device IoT a corto raggio nel mondo hanno rappresentato il 43,4% di tutti i dispositivi connessi. Negli anni il loro numero è cresciuto e questa crescita non sembra fermarsi, secondo le previsioni. Aumentare la sicurezza dei dispositivi IoT dunque è fondamentale.

Fortificare il network IoT della propria azienda significa impostare password e sistemi di autenticazione complessi, che non siano facilmente violabili. I sistemi di protezione devono essere elevati, le credenziali d’accesso robuste. Per proteggere la trasmissione dei dati tra le varie macchine aziendali connesse, l’intera rete informatica dovrà necessariamente essere cifrata per neutralizzare gli attacchi hacker. Insomma, i primi passi da fare sono rimodellare il reparto IT e la sicurezza informatica e diffondere la cultura necessaria a raffinare i palati di costruttori e architetti hardware e software.

A prescindere dai pro e contro che abbiamo analizzato, la scelta deve essere ponderata e derivare da un’analisi delle possibili soluzioni e del caso specifico. I criteri di cui tenere conto sono tanti: sicurezza della rete, affidabilità dell’infrastruttura, velocità di trasmissione dati, costi, utilizzo di energia e interoperabilità. Se vuoi un aiuto a orientarti in questo scenario complesso, scrivici! I nostri professionisti sono a tua disposizione per darti i consigli che cerchi.

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Cambium Networks cnMatrix Enterprise Switches: connessione & sicurezza https://www.elmat.com/blog/cambium-networks-cnmatrix-enterprise-switches-connessione-sicurezza/ https://www.elmat.com/blog/cambium-networks-cnmatrix-enterprise-switches-connessione-sicurezza/#respond Fri, 30 Nov 2018 14:41:11 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2810 Il panorama degli Switch odierno vuole e deve andare oltre i canonici L2/L3, e ciò si traduce nella ricerca di nuove funzionalità atte a rendere più sicura ed efficiente la connettività interna ed esterna, cablata e wireless, con una particolare attenzione alla facilità di installazione e gestione. Le realtà aziendali ad oggi si stanno impegnando...

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Il panorama degli Switch odierno vuole e deve andare oltre i canonici L2/L3, e ciò si traduce nella ricerca di nuove funzionalità atte a rendere più sicura ed efficiente la connettività interna ed esterna, cablata e wireless, con una particolare attenzione alla facilità di installazione e gestione.

Le realtà aziendali ad oggi si stanno impegnando per gestire al meglio una visione unificata della rete munendosi di policy comuni su reti cablate e wireless così da poter configurare automaticamente i dispositivi e le porte dello switch in base al tipo di dispositivo previsto all’interno dalla rete.

Altro elemento da segnalare è la segmentazione della rete: fornisce un ambiente sicuro per le risorse di rete critiche, posizionando automaticamente i dispositivi nel segmento di rete più appropriato in base al loro specifico profilo. Lo switch deve inoltre essere “Wireless Aware”, cioè riconoscere e gestire appropriatamente gli oggetti wireless in rete: questo consente l’automazione delle policy, assicura facilità di monitoraggio e la risoluzione dei problemi nella rete cablata e wireless gestita in modo realmente unitario.

La complessità e l’urgenza di nuove funzionalità del ruolo degli switch data dall’emergente commutazione a livello aziendale della gestione cloud, in combinazione con un’architettura wireless ha spinto Cambium Networks, fornitore leader a livello mondiale di soluzioni di rete wireless, a sviluppare e proporre al mercato una propria linea di switch capace di garantire il massimo in termini di prestazioni, sicurezza e facilità di gestione da tutti gli elementi che compongono una rete aziendale moderna: cnMatrix Enterprise Switches.

Le funzionalità di cnMatrix Switch rispondono infatti in modo completo e funzionale alle esigenze esaminate poc’anzi comprendendo un automazione basata su criteri con relativa Wipe Policy (migliora la sicurezza eliminando automaticamente la configurazione della porta dinamica quando il dispositivo si disconnette), una corretta segmentazione di rete ed una Wireless-Awareness. A questi requisiti portanti cnMatrix Switch aggiunge inoltre una Site Survivability per cui parametri operativi speculari consentono il pieno funzionamento quando si perde la connettività al cloud e una gestione cloud che offre una ricca gestione del ciclo di vita, configurazione, controllo e servizi di sicurezza, disponibile con opzioni di implementazione on-premise.

La cnMatrix gestita dal cloud e le soluzioni Wi-Fi di cnPilot Enterprise forniscono funzionalità Intelligent Edge che migliorano le prestazioni della rete riducendo i tempi e i costi di distribuzione e gestione di una rete cablata / wireless unificata portando un’automazione basata su policy che semplifica le operazioni e migliora la sicurezza.
Il risultato pratico? La rete è più resistente alle interruzioni e gli utenti rimangono connessi.

John Mead, responsabile dello sviluppo dei nuovi switch sottolinea: “I nostri prodotti per la connettività wireless hanno sempre funzionato perfettamente anche collegati a switch di terze parti e continueranno a farlo. Tuttavia nel tempo è emerso chiaramente che con l’avvento delle reti miste cablate/wireless una vera ottimizzazione a tutti il livelli di performance e sicurezza è possibile con prodotti concepiti già in fase progettuale per queste tipologie di reti. Quando un access point Cambium viene connesso ad uno switch cnMatrix si rende immediatamente disponibile una serie di importanti funzionalità altrimenti non disponibili”.

Marco Olivieri, Regional Sales Manager di Cambium Networks per l’Italia sottolinea il significato tecnologico di una simile scelta: “Quando abbiamo deciso di sviluppare cnMatrix, la nostra linea di switch enterprise, eravamo consapevoli di accettare una sfida importate in un mercato già ben presidiato, ma la nostra strategia è stata fin dall’inizio molto chiara e, considerato il successo ottenuto nel mercato Wi-Fi enterprise, siamo sicuri di poterlo replicare anche per la linea di prodotti cnMatrix sviluppati proprio per rispondere alle esigenze degli utenti finali. In un mondo dove le soluzioni wireless d’accesso sono ormai diventate infrastrutture primarie nelle aziende, gli switch di accesso rappresentano il perfetto completamento della nostra offerta che ci permetterà di essere sempre di più un punto di riferimento nel mercato networking.

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BYOD & IOMT – FENOMENI EMERGENTI NELLA WI-FI SECURITY https://www.elmat.com/blog/byod-iomt-fenomeni-emergenti-nella-wi-fi-security/ https://www.elmat.com/blog/byod-iomt-fenomeni-emergenti-nella-wi-fi-security/#respond Tue, 02 Oct 2018 09:05:22 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2755 Il BYOD (Bring Your Own Device, in italiano “porta il tuo dispositivo”,) sta portando anche nelle scuole degli enormi vantaggi, stimolando collaborazione e organizzazione tra gli studenti, e consentendo alle scuole di risparmiare e destinare i fondi a progetti importanti. Tuttavia, il BYOD fa emergere anche serie preoccupazioni per la sicurezza. I dispositivi mobili sono...

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Il BYOD (Bring Your Own Device, in italiano “porta il tuo dispositivo”,) sta portando anche nelle scuole degli enormi vantaggi, stimolando collaborazione e organizzazione tra gli studenti, e consentendo alle scuole di risparmiare e destinare i fondi a progetti importanti. Tuttavia, il BYOD fa emergere anche serie preoccupazioni per la sicurezza. I dispositivi mobili sono ad alto rischio di minacce informatiche poiché possono essere compromessi quando usati fuori dalla rete scolastica.

L’implementazione del BYOD inoltre richiede spese in termini di aggiornamento dell’infrastruttura IT e garanzie solide che la rete possa supportare e gestire il BYOD senza causare crash del sistema. Molti dei siti preferiti dagli studenti sono siti di social media (ad esempio Facebook, Twitter ecc.) che sono spesso presi di mira da malware e virus e pertanto è cruciale assicurarsi che una protezione appropriata sia presente sui dispositivi. Questa può includere gli ultimi aggiornamenti della protezione da virus, l’implementazione di una politica per le password, o ancora, un sistema di timeout che blocchi il dispositivo in caso di attacco.

Sono svariati i dispositivi fisici che gli studenti possono portare a scuola, e includono laptop, notebook, telefoni cellulari, tablet, etc. Tutti hanno i loro problemi di sicurezza individuali che le scuole dovrebbero affrontare, come ad esempio problemi di sicurezza dei dati e delle informazioni, tra cui password dimenticate, accesso non autorizzato, perdita e manipolazione di dati e così via.

Tuttavia c’è un enorme potenziale di crescita per tutti, quindi la domanda che sorge è: è possibile integrare il BYOD con sistemi di sicurezza adeguati?

Quando si introduce il BYOD in una scuola, è importante innanzitutto che le scuole istituiscano politiche normative di condotta che rendano chiare le definizioni di ciò che è accettabile e ciò che non lo è (valide sia per gli insegnanti che per gli studenti) al fine di assicurare la migliore esperienza di apprendimento possibile.

WatchGuard aiuta questo ed altri tipi di realtà a mettere al sicuro le connessioni mobili ogni giorno tramite:

  • filtraggio dei contenuti attraverso strumenti per potenziare la sicurezza nella rete e implementare tutele per la produttività.
  • Prevenzione delle intrusioni (WIPS Wireless Intrusion Prevention System) per difendere la rete wireless dalle minacce.
  • Visibilità avanzata dell’uso di Internet da parte di studenti e docenti.

Dove però la situazione si fa ancor più critica è il settore dell’IoT (Internet of Things), soprattutto nella sua declinazione di IOMT (Sicurezza dell’Internet of Medical Things)

L’Internet of Medical Things sta trasformando il settore sanitario, ridefinendo il modo in cui interagiamo, guariamo, viviamo e impariamo a stare meglio. Tutti i dispositivi integrati, come defibrillatori, microinfusori, pacemaker e così via lavorano su Wi-Fi trasformandosi di default in target sensibili per gli hacker che, approfittando del livello di sicurezza solitamente basso ed una media di 10/15 dispositivi per letto, raggiungono un potenziale di danno elevatissimo.

Watchguard a riguardo ha elaborato una strategia ottimale per questi rischi partendo da una segmentazione IoT seguita da una protezione della rete Wi-Fi con gestione tramite cloud.

Altro nodo nell’evoluzione tecnica è la telemedicina, che sta conquistando sempre di più spazio e fiducia nei pazienti fornendo follow-up soddisfacenti e un tracking delle anamnesi efficienti senza peraltro dover sottrarre tempo al lavoro con inutili spostamenti. Al contempo però questo crescente ammontare di dati sensibili è ghiotta preda per cyberattacchi, e la transizione verso un sistema sanitario che dia valore al paziente diventa alquanto delicata. Il settore sanitario è diventato terreno fertile per le estorsioni ransomware, e considerata l’importanza della posta in gioco gli ospedali sono naturalmente più propensi di altri a pagare i criminali affinché riattivino i sistemi critici.

Un semplice dato renderà lampante questa discrepanza tra volere e potere: ad oggi ci vogliono ben 123,5 giorni perché le strutture sanitarie semplicemente si accorgano che un problema ha avuto luogo e le tempistiche si dilatano maggiormente per le dovute contromisure. Su scala globale il problema si fa allarmante con una scia di computer infetti pari a circa 200.000 unità distribuite in ben 150 paesi nel mondo. La proliferazione di questi attacchi è un chiaro indicatore del fatto che una sicurezza stratificata di livello enterprise non deve più essere considerata un lusso, ma una necessità per ogni organizzazione.

Poiché le minacce sono sempre in evoluzione, le difese non devono essere da meno e pertanto su questo impervio versante Watchguard è pronto a mettere sul tavolo adeguate contromisure partendo da una verifica dell’identità blindata, un accesso remoto protetto e garanzia di prestazioni ottimali.

La Total Security Suite di WatchGuard fornisce un set completo di servizi di sicurezza coordinati, che comprende APT Blocker e Threat Detection and Response. Questi strumenti aggiungono analisi comportamentale e intelligenza correlata, che bloccano il malware apportando correzioni quasi in tempo reale.

A ciò va come di consueto ad affiancarsi una formazione del personale che sia allineata con un approccio alla sicurezza sempre aggiornato e che copra l’organigramma dei dipendenti nella sua interezza.

Ulteriore tassello in questa adozione di criteri necessari è l’HIPAA. Entrato un vigore nel 1996 (Health Insurance Portability and Accountability Act) fissa lo standard per la protezione dei dati dei pazienti negli Stati Uniti. La mancata conformità agli standard prevede sanzioni da centinaia di milioni di dollari nonché la consequenziale perdita di credibilità con potenziale revoca delle licenze mediche. Si può perciò comprendere quanta importanza abbia questo aspetto nel regolamentare e proteggere i propri dati sensibili.

Watchguard copre questi rischi con policy e procedure standardizzate grazie alle quali la vostra organizzazione può essere funzionale all’indirizzamento del personale verso pratiche più sicure con un occhio di riguardo per la gestione delle password, la memorizzazione/uso dei dati protetti sulla salute, la crittografia, le procedure di scambio dei dati protetti sulla salute, filtri per la privacy ecc.

Nel form al link sottostante troverete un prezioso e-book che vi guiderà in questo delicato quanto importante percorso sciogliendo ogni possibile nodo. Una esaustiva panoramica del settore, con annessi step per tenere il passo con l’evoluzione delle nuove risorse, saranno pronti ad accogliervi e introdurvi in questi fenomeni emergenti.

https://bit.ly/2NTXwox

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WI-FI FINGERPRINTS: UNA SOLUZIONE INTELLIGENTE https://www.elmat.com/blog/wifi-fingerprints-la-soluzione-intelligente/ https://www.elmat.com/blog/wifi-fingerprints-la-soluzione-intelligente/#respond Tue, 28 Aug 2018 08:29:17 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2707 L’esigenza di conoscere la posizione di personale, oggetti, beni e macchinari al fine di poter meglio monitorare i processi e la sicurezza è ormai elemento imprescindibile nel mercato odierno di Smart Industry e Industria 4.0. Il mondo della navigazione indoor si concentra nello sfruttare l’ambiente e le tecnologie presenti, o comunque di facile reperibilità, per...

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L’esigenza di conoscere la posizione di personale, oggetti, beni e macchinari al fine di poter meglio monitorare i processi e la sicurezza è ormai elemento imprescindibile nel mercato odierno di Smart Industry e Industria 4.0.
Il mondo della navigazione indoor si concentra nello sfruttare l’ambiente e le tecnologie presenti, o comunque di facile reperibilità, per offrire all’utente la possibilità di orientarsi anche in ambienti con numerose barriere architettoniche avvalendosi inoltre di un’elevata scalabilità. Il risultato ottenuto da queste tecniche non fornirà un dato di posizione “assoluto”, come normalmente restituito da un’interrogazione GPS, bensì una posizione “relativa” che deve poi essere interpretata correttamente a seconda del contesto.
Tecniche che si posizionano in questa fascia sfruttano tecnologie come infra- rossi (IR), Bluetooth, identificazione a radio frequenza (RFID), ultrasuoni, tecniche di riconoscimento mediante tracciamento ottico e tecniche basate sui segnali wireless (RSSI techniques)
Il principio legato alla tecnica di posizionamento ad infrarossi è sintetizzabile con l’immagine del labirinto, utile a comprendere sia il funzionamento che i limiti di questo sistema, mentre per quanto riguarda il bluetooth le interferenze non sono date da ostacoli fisici ma dal rapportarsi dei ricevitori stessi.
Discorso analogo può essere fatto per gli ultrasuoni, il cui impulso può essere influenzato dalla presenza di ostacoli e i cui vantaggi dati da economicità e facilità di trasporto si infrangono contro l’alta complessità di posizionamento della matrice di sensori.
Le tecniche RFID invece possono essere basate su singola cella (la localizzazione prende come riferimento il tag più vicino) o multilaterazione (segnale raggiunto da almeno tre celle distinte e successiva triangolazione) ma soffrono ambedue fortemente della cosiddetta “multipath propagation”.
La localizzazione mediante tracciamento ottico è un caso a parte in quanto necessita del contatto visivo fra il soggetto da localizzare e il sistema di localizzazione. La precisione derivante dall’uso di questo sistema è ovviamente molto alta ma ciò avviene a discapito dei costi dell’infrastruttura. Un sistema di questo tipo trova il suo contesto ideale in ambienti statici dove il concetto di real-time costituisce un fattore chiave
Ultimo caso è quello rappresentato dalle tecniche di localizzazione basate sul raggio d’azione (RSSI) il cui algoritmo è basato sulla stima della potenza del segnale trasmesso, calcolata partendo dall’intensità percepita dall’antenna che riceve il segnale, al netto della perdita di intensità dovuta alla distanza dell’emettitore. Il numero di emettitori e la tecnica del loro posizionamento determinerà se andremo ad avvalerci della multilaterazione e di che tipo sarà. A fronte del risparmio dal punto di vista computazionale, anche qui, come nel caso precedente, gli svantaggi pratici saranno dovuti all’elevato costo dell’hardware.
Partendo da questi esempi chiave possiamo desumere che i parametri da monitorare quando si vogliono valutare le tecniche di localizzazione indoor saranno la complessità del software e i relativi costi computazionali, la robustezza intrinseca del sistema (ossia la capacità di operare correttamente anche condizioni non ottimali) e la sua scalabilità.

In questo quadro il Wi-Fi Fingerprinting, appartenente alle tecniche RSSI, permette di sfruttare access point pre-esistenti all’interno di un ambiente al fine di restituire la posizione di un dispositivo dotato di antenna senza sistema hardware dedicato. La localizzazione essendo elaborata unicamente dal software che si occupa di analizzare ed elaborare i dati provenienti dai diversi AP ha come unica infrastruttura di supporto la rete WLAN con costi d’implementazione prossimi allo zero.
La tecnica si risolve quindi nel rilevamento dei segnali Wi-Fi presenti in una determinata area al fine di ottenere “un’impronta digitale” disponibile ad uno o più client per consentire loro la localizzazione; la posizione verrà calcolata mediante un algoritmo di cluster-matching, ovvero trovando fra tutte le rilevazioni salvate in precedenza quale meglio si approssima alla rilevazione effettuata a run-time dal terminale dell’utente (ergo una eco della stanza che più si avvicina a quella rilevata dal client dotato di antenna WiFi e non una vera e propria indicazione topografica).
Fase propedeutica offline sarà la suddivisione dell’ambiente in Reference Points (RP) per i quali vengono effettuate una o più scansioni degli access point (AP) circostanti volte a costruire la mappa dell’ambiente poi salvata in database. Questa sarà seguita da una online in cui viene effettuata una scansione degli AP che costituisce una sorta di “Reference Point dinamico” da confrontare con tutti quelli presenti in memoria. Al termine della fase online l’utente ottiene un’indicazione della sua posizione corrispondente al RP più simile a quello da lui rilevato.
Uno studio interessante, condotto dal Centro di Ricerca per la comunicazione dell’Harbin Institute of Technology, ha dimostrato come l’avere una altissima concentrazione di AP non determini per forza un miglioramento in termini di accuratezza della localizzazione. Ogni AP non ha la stessa importanza all’interno di un sistema, motivo per cui, per evitare di immettere nel sistema informazioni non necessarie, si dovranno seguire precisi criteri di selezione.
L’analisi dei vecchi modelli utilizzati (Fisher, Joint Clustering, IGT, etc. ) ha portato alla luce alcuni evidenti limiti superabili però da una oculata partizione dell’ambiente in cluster e nell’utilizzo del Compressive Sensing.
Nel primo caso l’algoritmo utilizzato partiziona l’area in sotto-regioni, considerando come discriminante l’RSS percepito da un AP; se l’insieme dei valori di tutti gli AP mantiene nel tempo un valore stabile, allora questo gruppo appartiene alla stessa area.
L’uso del Compressive Sensing permette invece di ridurre la dimensione dei dati necessari a descrivere il fingerprint di un reference point, riuscendo comunque a ritornare ad un’immagine attendibile senza introdurre errori. Gli esperimenti fatti hanno dimostrato che utilizzando solo il 10% dei dati consente di risalire comunque all’intero sistema con un tasso d’errore inferiore al 16%.
L’obiettivo è quello di far decrescere progressivamente e in maniera significativa il numero di misurazioni rendendo più snello l’altrimenti dispendioso mantenimento della radio map.
Limite in cui, malgrado queste contromisure, il Wi-Fi fingerprinting continua ad incappare è quello di una potenziale multipath propagation. Occorre evidenziare inoltre che il campo di applicazione pratica di questa tecnica non possa essere troppo soggetto a variazioni improvvise (ad esempio un ambiente domestico) pena l’imprecisione della rilevazione. Proprio per questo è fondamentale effettuare un elevato numero di rilevazioni ad intervalli costanti e cadenzati nel tempo per far sì che la stima del fingerprint sia attendibile.
Una prova sperimentale è stata realizzata in un reale ambiente domestico, di circa 150 metri quadrati, con l’impossibilità di ricreare una rete di AP ad hoc per la rilevazione, dovendo quindi sfruttare solamente gli access point già presenti nell’edificio, questo per poter verificare la scalabilità del sistema in tutti i tipi di contesti indoor. Prima di poter mettere in funzione il sistema è stato necessario disegnare la mappa dell’edificio, al fine di suddividere l’appartamento in Reference Points consistenti, ciascuno della grandezza di circa 4 mq. Una volta effettuata la divisione è stata installata l’app sul device per effettuare la rilevazione all’interno delle stanze.
Il risultato ottenuto dimostra un’accuratezza della risposta pari al 1,5 metri (quindi una localizzazione della stanza corretta) ma anche una resilienza relativamente precaria poiché non in grado di reagire a forti variazioni. Se a ciò però andiamo ad affiancare una complessità irrisoria, un costo d’infrastruttura composto unicamente da smartphone e access point e una manutenzione che si attiva a seconda delle oscillazioni del contesto, il computo finale è più che positivo.
L’elemento infine che di diritto va a collocarla come tecnologia appetibile a tutti gli effetti è quello dell’alta scalabilità che la rende adatta sia per ambienti relativamente ridotti sia per spazi grandi in cui, anzi, si rivela ancor più performante.

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La globalizzazione 2.0 https://www.elmat.com/blog/la-globalizzazione-2-0/ https://www.elmat.com/blog/la-globalizzazione-2-0/#respond Fri, 29 Jun 2018 12:31:37 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2656 Pietra angolare del secolo appena trascorso fu la celebre dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 in cui venne sancita la medesima ed inalienabile dignità di tutti i membri della società in quanto imprescindibile fondamento di libertà e giustizia. E’ con la stessa inderogabile necessità che nel Giugno 2016 questi stessi diritti sono stati riconiati...

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Pietra angolare del secolo appena trascorso fu la celebre dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 in cui venne sancita la medesima ed inalienabile dignità di tutti i membri della società in quanto imprescindibile fondamento di libertà e giustizia. E’ con la stessa inderogabile necessità che nel Giugno 2016 questi stessi diritti sono stati riconiati per il nostro duale digitale. “Gli stessi diritti che le persone hanno offline, devono loro essere riconosciuti anche online”. Così si apriva la risoluzione approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, intitolata “Promozione, protezione e godimento dei diritti umani online”.
Come nella prima globalizzazione “offline” fu (ed è ancora) imperativo costante promuovere uno sviluppo sostenibile sociale, culturale ed economico così è altrettanto in quella che può ormai definirsi come globalizzazione “online”. Epicentro di questa imprese sono sempre sistemi che grazie alle loro peculiarità si sono potuti riconoscere come trainanti in tale processo. Dapprima furono le forze democratiche a dover con ogni energia farsi largo nel mondo; oggi è la connettività a fare la reale differenza.
Allineato a progetti come WiFi.Italia.It su suolo nazionale e come WIFI4EU su quello continentale (in cui le tecnologie disponibili e i costi relativi giocano un ruolo fondamentale) si inserisce “Wireless Focus” di Cambium Network.
In una recente dichiarazione il presidente della commissione Europea Jean-Claude Juncker ha affermato che entro il 2020 si vorrà raggiungere ogni area di pubblica densità di ben 8.000 comuni con il free Wi-Fi e a supporto concreto di questo obiettivo verrano stanziati 120 milioni di euro.
I bandi per accedere a queste risorse definiscono naturalmente le caratteristiche che le infrastrutture devono avere in reazione allo scopo generale definito, caratteristiche che, ricordiamo, sono pienamente soddisfatte dai prodotti presenti nel portafoglio Cambium Networks.
Per accompagnarci in questo percorso verso un futuro sotto l’egida democratica della connettività ti aspettiamo al nostro corso di formazione incentrato sulla piattaforma Cambium Network ePMP il 18-19 luglio a Padova nella sede di Elmat, da sempre partner prezioso per un efficace valorizzazione dei nostri progetti.

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La mesh network vista da un esperto https://www.elmat.com/blog/la-mesh-network-vista-un-esperto/ https://www.elmat.com/blog/la-mesh-network-vista-un-esperto/#comments Mon, 07 May 2018 08:31:38 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=2481 Boyce LaRue – Manager Director di Data Wave da quasi vent’anni – è un progettista specializzato nella creazione di reti mesh. Nel 2002 ha fondato Meshdynamics, azienda situata nella Silicon Valley formata da un team di sviluppatori con base in India e negli USA. MeshDynamics si occupa di soluzioni altamente tecnologiche, utilizzando i protocolli più...

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Boyce LaRue Manager Director di Data Wave da quasi vent’anni – è un progettista specializzato nella creazione di reti mesh. Nel 2002 ha fondato Meshdynamics, azienda situata nella Silicon Valley formata da un team di sviluppatori con base in India e negli USA. MeshDynamics si occupa di soluzioni altamente tecnologiche, utilizzando i protocolli più adatti per le applicazioni IoT, per proporre sistemi di networking avanzati e di ultima generazione. Abbiamo avuto l’opportunità di fargli una breve intervista e di capire più da vicino il punto di vista di un “addetto ai lavori”.

1. Come nasce l’idea di fondare Meshdynamics e qual è la mission dell’azienda?

In Meshdynamics lavoriamo nel campo del controllo robotico e il nostro obiettivo è quello di implementare nuove soluzioni di sicurezza per gli ambienti esterni, come le reti mesh appunto. Riverbed Xirrus è invece un’azienda più giovane ma anche più innovativa nel campo della connessione wireless. I prodotti, oltre ad essere validi e interessanti, sono anche altamente competitivi e consentono di configurare reti di grandi dimensioni gestite tramite cloud. Data Wave, di cui sono Manager Director dal 2000, ha coltivato nel tempo una stretta relazione con entrambe le aziende: forniamo soluzioni innovative su misura aumentando il valore delle nuove strategie basate sull’investimento tecnologico.

2. Come definiresti la tua esperienza di progettista di reti mesh all’interno dell’azienda?

Partiamo dal presupposto che i clienti sono sempre alla ricerca di una soluzione sicura e affidabile e di una grande larghezza di banda. Non cercano un prezzo stracciato per un prodotto in scatola. La maggior parte delle aziende clienti dispone di professionisti della rete e di tecnologie adatte al supporto e allo storage dei dati, ma sono pochi quelli che hanno una conoscenza approfondita dei sistemi wireless. Un progetto di rete mesh deve infatti considerare diversi fattori come la topologia dell’area, il numero di utenti autorizzati all’accesso alla rete, l’interferenza causata da fonti esterne, l’area di copertura e, non ultimo, le aspettative dell’utente. Non esistono due installazioni uguali, una misura adottata in un caso non vale in un altro. Si parte quindi da alcuni criteri di valutazione.

a. Topologia: la presenza di alberi, colline, edifici, grandi distese di acqua, torri elettriche ad alta tensione e distanza dalla fonte dei dati sono tutte variabili molto importanti da tenere in considerazione.

b. Il numero di utenti: quando Tiger Woods partecipa ad un evento della Professional Golf Association, sono circa 35.000 le persone che si trovano sul campo a guardare l’evento da un posto fisso, ma sono circa 7.500 quelle che seguono Tiger ad ogni suo spostamento di buca. Se è attivo il Wi-Fi nello smartphone di tutti gli spettatori, anche se non viene utilizzato, si dà origine ad una cosa molto simile ad un DoS sulla rete. In questo esempio il problema è che la rete, pensata per supportare 35.000 collegamenti, andrà in crash quando altre 7.500 persone si spostano da una buca all’altra. Ora, vi lascio immaginare cosa può succedere in uno stadio di calcio con 100.000 spettatori…

c. Le interferenze: reti e dispositivi concorrenti e presenti nello spettro o negli stessi canali, antenne sovradimensionate, inceppamenti di percorso, la crescita delle piante sono tutte variabili da considerare nel progettare il design della rete. Facciamo un altro esempio: in un ospedale ci sono circa 12/15 dispositivi le cui frequenze viaggiano nello stesso canale all’interno dello stesso spettro utilizzato dalla connessione Wi-Fi. È possibile dunque che si perda il segnale del Wi-Fi proprio perché si crea un’interferenza tra le frequenze utilizzate dai dispositivi ospedalieri e quelle utilizzate invece dal Wi-Fi.

d. L’area di copertura: città, stadi, parcheggi, zone militari sono tutti posti con obiettivi, bisogni e sfide diverse. La rete dev’essere fissa? O è meglio mobile? Quanta larghezza di banda è richiesta? I dati includono anche video, audio, immagini?

e. Le aspettative degli utenti: qual è lo scopo dell’implementazione della rete? E qual è la larghezza di banda accettabile? Se il segnale deve collegare aree remote viaggiando a 50 klm, ci sarà una perdita di larghezza di banda. Come compensare questa perdita? Potenziando l’antenna? O amplificare la potenza del segnale?

3. Quali sono i principali campi d’applicazione dov’è utile e funzionale implementare una rete mesh?

Innanzitutto, tenersi aggiornati sui prodotti, i prezzi e i potenziali usi è fondamentale. Niente aiuta più dell’esperienza a rendere un design di rete semplice e funzionale. E ovviamente è indispensabile la conoscenza della progettazione di rete che rappresenta l’80% del lavoro. Per fare un esempio banale: se non si conosce la differenza tra attrezzatura interna ed esterna di un sistema cablato, il fallimento è assicurato. E poi bisogna chiedersi qual è la distanza tra una torre e l’altra, quale spettro è meglio usare, che tipo di antenna installare, dove e come posizionarla. La curvatura della terra limita la maggior parte dei collegamenti radio fino a 36 miglia, a meno che le torri non siano alte oltre i 300 metri.

La conoscenza delle proprietà fisiche è necessaria, ma questo settore non è tutta scienza; si richiede anche una qualche forma d’arte. Ad esempio, una pellicola colorata in oro o rame su una finestra bloccherà e rifletterà la maggior parte dei segnali radio. Bisogna quindi trovare una soluzione alternativa. Anche le foglie cerose riflettono e assorbono i segnali radio. Grazie a Google Earth è possibile fare un sondaggio sul sito di interesse, ma quasi mai il percorso tra i punti A e B è lineare e se, ad esempio, c’è una linea di trasmissione elettrica ad alta tensione tra i due punti, non è possibile bucare questa barriera a meno che non si passi sopra o sotto la stessa. Insomma, ci vuole anche un po’ di fortuna… E poi c’è da considerare il fatto che un impianto progettato due anni fa, oggi non va più bene. È un continuo lavoro di studio e di prove.

4. Puoi portarci l’esempio di un caso di successo?

Nel gennaio 2006, la Border Patrol di Douglas in Arizona ha installato una rete mesh lungo il confine tra Arizona e Messico per fornire delle comunicazioni su banda larga ai propri agenti sul campo. La rete è costituita sia da nodi fissi che mobili. I nodi fissi si trovano sulle torri lungo il confine e utilizzano due diverse frequenze di segnale radio: uno da 5,8 GHz per il backhaul e uno da 2,4 GHz per l’accesso. I nodi mobili sono montati sui veicoli Border Patrol e forniscono connessione al loro MDT (Mobile Display Terminal). I nodi mobili prevedono il passaggio dei dati solo su una frequenza di 2,4 GHz, sia per l’uplink, che per il downlink e la scansione radio consente al veicolo di viaggiare attraverso la rete ad alta velocità mantenendo una connettività continua, evitando interruzioni.

5. Quali sono i vantaggi dell’implementazione di una rete mesh? E quali invece le debolezze?

Il vantaggio di una rete mesh è che non ha un solo punto d’errore. Ogni singolo dispositivo è collegato con quelli circostanti e in caso di guasto di un punto, il segnale sarà reindirizzato all’alternativa migliore. E anche in caso di perdita del collegamento principale verso la rete esterna, la mesh network continuerà a funzionare. La maggior parte delle altre reti invece sono a catena, punto-punto o hub & spoke e questo significa che una perdita di un singolo dispositivo isolerà o bloccherà l’intera rete. La rete mesh, al contrario, è auto-formante e auto-guaritrice.

La debolezza che si può riscontrare nell’implementazione di una mesh network risiede in una progettazione di rete impropria. Ogni dispositivo trasferisce e riceve i dati comunicando con quelli adiacenti: se 10 dispositivi trasmettono contemporaneamente dei dati il collegamento diventa lento a causa del traffico dati che consuma larghezza di banda. Una volta ho visto una rete mesh di 300 dispositivi. In teoria avrebbe potuto funzionare ma era terribile! In questo caso è meglio preferire un design di rete che fornisca i dati velocemente, in real time, attraverso più collegamenti.

6. Qual è la tua visione dell’utilizzo delle reti mesh sia in un futuro prossimo che in un futuro un po’ più lontano?

Le reti mesh si diffonderanno sempre di più. È, di fatto, l’unica soluzione che evita errori e ha un costo ragionevole. Ora si sente molto parlare del 5G e di come migliorerà la rete dati e questo è senz’altro vero, ma scaricare i dati per liberare spazio continuerà ad essere un punto centrale e necessario per l’ottimizzazione di una rete wireless. C’è interesse in tutto il mondo circa l’implementazione di dispositivi e reti wireless, sia pubblici che privati, civili e militari, perché sta diventando il metodo di comunicazione più efficace, da preferire in molte situazioni. I progressi della tecnologia e dei protocolli di comunicazione permettono di continuare ad utilizzare e ottimizzare questa tipologia di rete. La sicurezza è quindi una priorità in tutti i settori e in tutte le reti, siano esse cablate o wireless. Bisogna sempre tenersi aggiornati.

E noi di Elmat siamo d’accordo con LaRue Boyce perché in questi anni di digital transfromation, dove la realtà – in particolare quella aziendale – si sta evolvendo in modo decisivo, è necessario investire nelle nuove tecnologie e nei sistemi più all’avanguardia, adatti a molti casi d’uso e pronti al futuro.

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cnPilot™ Wi-Fi technology: tecnologia solida e flessibile https://www.elmat.com/blog/cnpilot-wi-fi-technology/ https://www.elmat.com/blog/cnpilot-wi-fi-technology/#respond Fri, 17 Nov 2017 09:48:03 +0000 http://www.elmat.com/blog/?p=1963 Accesso ad alta velocità, affidabilità, innovative funzionalità di controllo cloud e la possibilità di espandere con semplicità le soluzioni Wi-Fi: questi i requisiti che oggigiorno un utente richiede agli access point per interni ed esterni. Peculiarità che contraddistinguono le tecnologie Wi-Fi cnPilot™ di Cambium Networks, la piattaforma che offre collegamenti wireless ad alta velocità per...

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Accesso ad alta velocità, affidabilità, innovative funzionalità di controllo cloud e la possibilità di espandere con semplicità le soluzioni Wi-Fi: questi i requisiti che oggigiorno un utente richiede agli access point per interni ed esterni. Peculiarità che contraddistinguono le tecnologie Wi-Fi cnPilot™ di Cambium Networks, la piattaforma che offre collegamenti wireless ad alta velocità per qualunque contesto e necessità. Dal retail all’ospitalità, dagli eventi all’educational, dall’ambito industriale a quello aziendale, i prodotti CnPilot™ sono il riferimento più affidabile e competitivo attualmente sul mercato.

Basati sullo standard Wi-Fi 802.11ac Wave 2, vantano un’installazione semplice e veloce e funzionalità di gestione all’avanguardia con un pannello di controllo molto efficace per visualizzare la propria rete Wi-Fi, gestire la privacy dei dati e l’accesso alle informazioni e ai servizi di rete. Inoltre, le soluzioni cnPilot™ sono progettate per rispondere alle esigenze di aziende e service provider di poter espandere con facilità e flessibilità la propria rete wireless e attualmente sono installate in scuole, alberghi, negozi, in occasione di grandi eventi e nelle reti pubbliche di tutto il mondo.

I prodotti cnPilot™ si appoggiano a cnMaestro, la piattaforma cloud-based interamente progettata da Cambium Networks per una gestione pratica e sicura delle reti Wi-Fi, con la possibilità di controllare in remoto inventario, acquisizione dei dispositivi, operazioni giornaliere e manutenzione.

Da circa un mese Elmat è diventato Master Distributor per i prodotti della linea cnPilot™. Un accordo in cui l’azienda veneta – come sottolineano i fondatori Michele Scapolo e Andrea Rizzo – ha investito grosse aspettative ed entusiasmo, nel comune obiettivo di offrire al mercato del Wi-Fi italiano le soluzioni più innovative e affidabili.

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